lunedì, 11 Novembre 2024

Una libertà venduta

Dipingi la PaceUna libertà venduta

Chi è libero preferisce che il suo nome sia scritto nello spirito e non nei tabulati delle notizie false. Chi si è accostato al sapore della sapienza, non può che godere di ciò che il cielo annuncia. Chi è libero, non sceglie i primi posti per apparire. La sapienza non ha bisogno dell’altezza dell’apparire umano. L’umile non si vergogna di essere all’ultimo posto. Non si sentirà mai dire: ”Amico, cedigli il posto!”. Il suo posto è là, dove si respira cultura e bellezza. Il suo posto è là, dove è più avanti la saggezza. Il suo posto è là, dove l’onore è fatto di spirito. Il suo posto è là, dove chi si umilia sarà esaltato. Il suo posto è là, dove la gioia è il sangue del suo cuore. Il suo posto è là, dove ha invitato poveri, storpi, zoppi, ciechi e sarà beato perché non hanno da ricambiarti. L’umile non ha bisogno dell’incenso della terra, si profuma l’anima con la stessa umiltà. Quando avverrà la risurrezione dei giusti? Non certo in questa melma di società. Non certo in questo tempo oscuro di cattiverie. Non certo in queste catene delle ingiustizie. Non certo in queste Media set di televisioni. La ricompensa è già nel cuore onesto. La ricompensa è già nella vita pacata, mite e gioiosa. La ricompensa è nel cuore dell’uomo saggio, cercato e amato oltre il tempo delle tenebre, oltre il tempo nudo di valori. La ricompensa è un albero di mandorlo fiorito, dopo ostili diluvi dell’inverso. La ricompensa è negli occhi degli umili, che brillano visioni estasiati di tranquillità e di pace. La ricompensa di un padre, sudato di fatica, è l’abbraccio di suo figlio a donargli il suo nipotino. La ricompensa è la semplicità della nostra stessa vita. La ricompensa è l’albero della felicità, senza panini e bicchieri di vino. L’umiltà è l’energia che genera la vita. Ancora una volta io entro nel monastero delle favole magiche, per raccontarvi l’ape nera che impollina fiori di alberi buoni e fiori di rovi selvatici. Mi capita poi di gustare il miele che proviene dalle ambi parti e l’ape è felice di succhiare il nettare del sapore comune. Fossimo api nere a impollinare i buoni e i cattivi.

Paolo Turturro

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