Albero Borsellino spezzato. Un familiare: “Il ramo giace ancora a terra, si sente l’assenza di Rita”

L'ulivo, piantumato nella buca aperta dall'esplosione del 19 luglio 1992 che uccise Paolo Borsellino e la sua scorta, è stato spezzato. Da accertare se si è trattato di un atto vandalico o di un incidente

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“Da sette giorni il ramo giace lì, spezzato ma con i filamenti attaccati al tronco. Utile sapere come prima analisi se l’albero è malato, se il punto della frattura è tipico della frattura dovuta al peso e al vento o se l’elasticità del ramo richiedeva un carico più importante. Di certo restano tanti se. Interrogate anche voi che potete i vostri esperti e chiedete se la frattura può essere stata originata dal vento e dal peso. Si parla di peso, ma quanto peso ci vuole per spezzare quel ramo? E tante altre valutazioni tecniche che possono già da sole darci una parte della reale risposta da dare. Ma rispetto ai tanti se, a cosa vogliamo credere o non credere sta di fatto che a distanza di 7 giorni il ramo spezzato si trova ancora lì, tra l’indifferenza amministrativa”. A scrivere un lungo post su facebook è Emilio Corrao, genero di Rita Borsellino, che qualche giorno fa insieme ad altri membri della famiglia si è recato a Venezia per assistere alla presentazione di un docufilm in cui si parla proprio dell’albero di via D’Amelio.

“Sento l’assenza di Rita Borsellino – scrive Corrao -. Chi dovrebbe denunciare l’accaduto continua a non farlo”. Un ramo dell’ulivo, piantumato nella buca aperta dall’esplosione del 19 luglio 1992 che uccise Paolo Borsellino e la sua scorta, è stato spezzato. È accaduto presumibilmente nella notte tra giovedì e venerdì. Da accertare se si è trattato di un atto vandalico o di un incidente. Improbabile che possa essere stato tranciato dal vento. L’albero, un ulivo proveniente da Betlemme, è stato da poco sottoposto al vincolo di interesse culturale dall’assessorato ai Beni culturali.

“Chi dovrebbe denunciare l’accaduto continua a non farlo e anche in questo si sente l’assenza di Rita Borsellino – prosegue Emilio Corrao -. Ancor prima di partire per Venezia, dall’aereo, ho richiesto l’intervento del presidente dell’ottava circoscrizione Marcello Longo che è immediatamente intervenuto cercando di creare un ponte tra le competenze che ruotano attorno all’albero della pace. Giunto a Venezia, al festival del cinema dove è stato presentato il docufilm “Scusa Italia” prodotto dalla Fai Cisl Nazionale che ha origine proprio dalla margotta dell’albero della pace di via d’Amelio, apprendo dai tecnici inviati su mia richiesta che il ramo che si è spezzato presenta una torsione anomala. Un ramo così importante – prosegue – non si rompe con il vento. Cosa fare nell’immediato? Provare a puntellarlo da terra ricongiungendo la parte spezzata al tronco come si fa quando si ingessa un arto umano. I tecnici offrivano la loro disponibilità gratuita ma per l’intervento servono le autorizzazioni. Anche in questo caso – ribadisce Corrao – sento la mancanza di Rita Borsellino. Si potrebbero generare delle talee, propongo ai tecnici, per donarle là dove c’è bisogno di un segnale di solidarietà e di pace, magari fino a Kiev. L’idea piace, stuzzica e solletica. Ma serve sempre l’autorizzazione. Quindi l’albero resta mutilato e non arriva nessuna denuncia. È solo grazie ad un solo articolo di giornale del Quotidiano di Palermo – sottolinea il genero di Rita Borsellino – che i carabinieri hanno appreso la notizia e hanno cominciato ad interessarsi. Ma sono fermi perché aspettano la denuncia e senza quella non possono richiedere il video delle telecamere che toglierebbe ogni dubbio.
Ma sono passati sette giorni – prosegue – e il video oggi potrebbe già essersi sovrascritto.
Manca la denuncia e, lasciatelo dire ancora una volta, anche in questo caso si sente la mancanza di Rita Borsellino”.

Ad oggi, dopo quattro giorni, il ramo di ulivo spezzato è ancora a terra, insieme ai tanti foglietti con i messaggi per il giudice Paolo Borsellino e per la sua scorta. “Il ramo che si è spezzato giace lì, per terra, con l’asfalto che brucia come in quella giornata. Il ramo giace lì per terra, tra l’indifferenza di molti e le lacrime di pochi. Ed è lì, su quello stesso asfalto, che quel ramo spezzato morirà con tutti i suoi frutti. Tra poche ore dato il rumors qualcuno arriverà, dirà che non c’era nulla da fare.
Dirà che sono cose che succedono e senza pensarci due volte troncherà definitivamente la vita di quel ramo recidendolo dal tronco, dalla sua famiglia così com’è successo a Paolo e alla scorta.
E con quell’ultimo taglio – conclude Emilio Corrao – si sarà spezzato definitivamente quel filamento di speranza di vita. Mille cose potevano essere fatte ma si è preferito restare nella propria zona comfort”.