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domenica, 14 Luglio 2024

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“Pornografia del dolore”: attacco al Giornale di Sicilia con vernice spray

Cronaca"Pornografia del dolore": attacco al Giornale di Sicilia con vernice spray

L'ordine dei giornalisti di Sicilia con un articolo sul sito istituzionale ha mostrato solidarietà al quotidiano locale

Un attacco al Giornale di Sicilia di Palermo e a tutti i professionisti dell’informazione. È quel che è stato fatto imbrattando le pareti della sede del quotidiano di via Lincoln. “Giornalisti violenti, pornografia del dolore”. Scritte con vernice spray sono state fatte su un luogo simbolo del giornalismo palermitano, il palazzone del Giornale di Sicilia, ma sono di certo indirizzate a tutta la categoria. Chi sia l’artefice di questa azione “violenta” non è ancora noto ma è un atto da condannare con forza perché a rischio sono il libero esercizio e il diritto di cronaca.

Ad intervenire con un messaggio di solidarietà è l’ordine dei giornalisti di Palermo: “Questa volta, l’obiettivo dell’aggressione è stato il Giornale di Sicilia, un pilastro dell’informazione locale. Davanti alla sede del giornale a Palermo, i muri sono stati deturpati con scritte realizzate tramite l’uso di vernice spray. Queste scritte erano indirizzate ai “giornalisti violenti” e condannavano la divulgazione di notizie che, secondo alcuni, venivano percepite come una “pornografia del dolore”. Questi riferimenti fanno eco a fatti di cronaca tragici legati ad abusi sessuali e femminicidi. Questi attacchi – scrive l’odg – non solo minacciano la libertà di stampa, ma mettono anche in discussione la necessità di un giornalismo responsabile e il ruolo cruciale che i media svolgono nella società per tenere il pubblico informato e promuovere la giustizia sociale. L’Ordine dei giornalisti Sicilia, nell’esprimere solidarietà al Giornale di Sicilia e a tutti i cronisti impegnati nell’esercizio della loro professione, stigmatizza l’accaduto e invita a una più pacata considerazione dei termini. Non ci risulta infatti che i colleghi del Giornale di Sicilia, professionisti stimati, abbiano leso i diritti fondamentali regolamentati dalle norme deontologiche cui i giornalisti devono attenersi. Questa è la linea di demarcazione tra chi fa dell’informazione una professione e chi, eventualmente, pornografia del dolore”.

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