L’ennesimo episodio di violenza nei confronti del personale sanitario si è verificato presso il Presidio Territoriale di Emergenza (PTE) di Bagheria, dove un medico è stato aggredito mentre cercava di assistere due pazienti durante il suo turno di lavoro.
Medico colpito da un paziente
Secondo le prime ricostruzioni, il professionista vittima dell’aggressione stava gestendo un’emergenza in codice rosso quando un altro paziente ha iniziato a protestare con veemenza, pretendendo di essere dimesso immediatamente. La situazione è rapidamente degenerata: nonostante il medico abbia cercato di riportare la calma accelerando la dimissione dell’uomo, quest’ultimo ha reagito con violenza, aggredendolo verbalmente e fisicamente.
A quel punto è stato necessario l’intervento della sicurezza e delle forze dell’ordine per fermare l’aggressore e sono stati evitati guai peggiori. Il medico ha comunque riportato lesioni all’arto superiore destro, con una prognosi di 10 giorni.

Sanitari sempre più a rischio: il grido d’allarme dei medici
L’episodio di Bagheria non è un caso isolato: le aggressioni nei confronti di medici e infermieri sono purtroppo in aumento in tutti gli ospedali, soprattutto nei presidi di emergenza.
Il dott. Vincenzo Belmonte, collega del medico aggredito, sentito dalla redazione di QdP, ha espresso solidarietà e preoccupazione: “Non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni – dichiara il dott. Vincenzo Belmonte -. “Servono più tutele e un serio intervento da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza di chi ogni giorno si prende cura dei pazienti, spesso in condizioni di estremo stress e sovraccarico di lavoro”.
Sicurezza nei presidi sanitari: misure urgenti necessarie
I sindacati di categoria chiedono da tempo misure più incisive per proteggere il personale sanitario, tra cui il potenziamento della vigilanza, l’installazione di sistemi di sicurezza più efficaci e un quadro normativo che punisca in modo più severo le aggressioni nei confronti dei medici.
Il medico aggredito a Bagheria ha sporto denuncia. L’aggressore è stato identificato e condotto in caserma. Il magistrato dovrà decidere per l’arresto o per una denuncia a piede libero.