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sabato, 7 Settembre 2024

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Cefalù, docenti costretti a restituire compensi: arrestata la presidente di una cooperativa

CronacaCefalù, docenti costretti a restituire compensi: arrestata la presidente di una cooperativa

Pur di accumulare punteggio per le graduatorie docenti e personale Ata, i lavoratori accettavano di restituire parte del proprio stipendio. Denunciate altre 4 persone e sequestrati 63.500 euro in contanti

Con le accuse di sfruttamento ed estorsione è finita in carcere Patrizia Ficicchia, 61 anni, presidente della cooperativa “La Rocca di Cefalù”, che gestisce le attività di istruzione di secondo grado negli istituti paritari della provincia di Palermo. Altre 4 persone sono indagate.

“L’attività investigativa – spiega il comando provinciale dei carabinieri – ha consentito di delineare un grave quadro indiziario sulle condotte estorsive e di sfruttamento che gli indagati avrebbero posto in essere in concorso e con ruoli differenti, in qualità di amministratori e gestori della cooperativa”.

Le indagini sono state avviate all’inizio del 2023 e hanno fatto emergere modalità di assunzione e impiego in condizioni di sfruttamento, adottate dagli indagati nei confronti di docenti e personale Ata che sarebbero stati obbligati, anche con minacce, a prestare il proprio servizio oltre le proprie ore lavorative previste dal contratto nazionale. Pur di accumulare punteggio per le graduatorie docenti e personale Ata, i lavoratori accettavano di restituire parte del proprio stipendio nonostante le ore prestate in più.

Il gip di Termini Imerese ha disposto, con un’ordinanza, eseguita dai carabinieri di Cefalù, gli arresti domiciliari per Patrizia Ficicchia, 61enne, presidente del consiglio d’amministrazione della cooperativa “La Rocca di Cefalù”, nonché il divieto temporaneo di esercitare attività professionale e imprenditoriale nel settore dell’insegnamento per altre quattro persone.

Il gip Gregorio Balsamo ha anche disposto il sequestro di 63.500 euro che si trovavano nelle abitazioni degli indagati, accusati a vario titolo di sfruttamento del lavoro ed estorsione, e all’interno degli istituti paritari riconducibili alla cooperativa e custoditi in alcuni casi dentro buste con elenchi nominativi del personale.

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