È stato licenziato Mauro Basile, il funzionario amministrativo più anziano del Tar Sicilia, finito al centro di un’inchiesta che ipotizza un consistente ammanco di denaro ai danni della giustizia amministrativa. Secondo le accuse, Basile avrebbe intascato per anni somme destinate al pagamento del contributo unificato, l’imposta che i cittadini devono versare per presentare un ricorso davanti ai giudici amministrativi. Risulterebbero sottratti oltre 100 mila euro.
Nei confronti del funzionario è stato avviato e concluso in tempi rapidi un procedimento disciplinare che ha portato al licenziamento. Parallelamente, si muovono due fronti giudiziari: la Procura distrettuale di Palermo e la Corte dei Conti stanno conducendo indagini separate, con il supporto del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. I militari stanno cercando di ricostruire nel dettaglio il presunto «modus operandi» di Basile, che, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe contattato i ritardatari proponendo sconti e facendosi consegnare direttamente il denaro, evitando il passaggio formale attraverso le casse dello Stato.
Il presidente del Tar Sicilia, Salvatore Veneziano, ha scelto la linea del riserbo, ma non ha mancato di sottolineare come l’intera vicenda sia stata portata alla luce grazie ai controlli interni e a un normale avvicendamento degli incarichi disposto dalla policy anticorruzione. Le prime irregolarità erano emerse subito dopo il trasferimento di Basile dall’ufficio che si occupava della gestione dei contributi.