sabato, 14 Giugno 2025

Ninni Sciacchitano si trova ai domiciliari. Qualche anno fa provò a comprare il Palermo Calcio con i bitcoin

Sanità, corruzione e appalti: il capo era un commercialista nominato dalla Regione

La Presidenza della Regione ha revocato l’incarico ad Antonino Maria Sciacchitano, conosciuto da tutti come Ninni, fino a oggi presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale. La decisione è stata presa dopo la notifica dell’ordinanza del gip che ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari e la sospensione per un anno dai pubblici uffici, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo.

Secondo quanto emerso, le indagini riguarderebbero presunti episodi di corruzione legati a gare e appalti pubblici. “Ogni procedura di gara o appalto pubblico può diventare terreno fertile per fenomeni corruttivi qualora vi siano individui disposti a offrire o accettare illeciti vantaggi – ha dichiarato il presidente della Regione, Renato Schifani –. L’inchiesta di oggi non riguarda il sistema sanitario in sé. La criminalità, infatti, segue le tracce del denaro, senza distinguere ambiti o confini. Proprio per questo è essenziale mantenere un impegno costante e severo sul fronte della trasparenza e dei controlli, in tutti i settori”.

Schifani ha quindi espresso piena fiducia nel lavoro della magistratura, ribadendo “la totale disponibilità delle istituzioni a collaborare per accertare eventuali responsabilità personali”. La Regione, ha annunciato il presidente, è pronta a costituirsi parte civile nel processo.

Oltre al suo recente ruolo istituzionale, Sciacchitano era già noto negli ambienti palermitani per un curioso episodio legato al calcio. Nel 2018 tentò di acquistare il Palermo Calcio, allora sotto la gestione di Maurizio Zamparini, proponendo un’operazione finanziaria basata sull’uso dei bitcoin e dell’azionariato popolare. Un’idea innovativa che, però, non fu mai presa seriamente in considerazione dalla società rosanero.

Qualche mese prima, aveva anche svolto un ruolo da mediatore per conto di un investitore straniero interessato al club. L’operazione, che vide diversi incontri con l’ex executive manager del Palermo, Angelo Baiguera, si arenò prima di concretizzarsi.

Oggi, a distanza di anni, il nome di Sciacchitano torna a far parlare di sé per vicende ben più gravi e con potenziali conseguenze penali.

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