Circa un anno fa un albero cadde su una delle baracche in lamiera, distruggendo il tetto e rendendo la costruzione pericolante e pericolosa. Da allora è ancora lì, immobile nel suo degrado. Un mercato, quello delle Pulci di Palermo, nato nel 1949 da un’idea di alcuni rigattieri che pensarono di vendere, così come avviene in altre città, soprattutto francesi, mobili, soprammobili e oggettistica varia di seconda mano, perlopiù raccattati nei palazzi dei nobili dell’epoca.
Da allora il mercato è ancora lì, a due passi da piazza Indipendenza, dai palazzi della Regione, da Porta Nuova, dalla Cattedrale e dal mercato storico del Capo. La maggior parte del Mercato delle Pulci è retto su un ammasso di pannelli di lamiera, parecchi dei quali arrugginiti, su pezzi di legno e altro materiale riciclato. Caduta alberi e rami a parte, non è un gran bel vedere, a due passi dalla zona turistica della città. Da quando poi il fiume sotterraneo è straripato, facendo collassare parte della via Papireto, gli antiquari hanno diminuito notevolmente i già scarsi affari che facevano. Un vero peccato. Per loro ma anche per la città.
La domanda è sempre la stessa che ci siamo fatti quando abbiamo scritto dell’ex Chimica Arenella e della Fiera del Mediterraneo: perché invece di lasciare il tutto al degrado e all’incuria, non viene avviato un progetto di ripristino dell’area, dando una mano alle storiche famiglie di rigattieri che ancora resistono a portare avanti la tradizione proseguendo il lavoro di padri, nonni e avi? Via le lamiere e posto a casette di legno prefabbricate, per esempio. Con una spesa non eccessiva si andrebbe a rivalutare il mercato, dandogli decoro e sicurezza, aumentando anche l’interesse dei turisti che oggi difficilmente si avvicinano a quelle strutture pericolanti e fatiscenti.
L’alternativa, anche se sarebbe un dispiacere per chi ama questa città ed è legato alle tradizioni, è lo smantellamento, magari con un trasferimento in altra struttura (fiera?). Perché non è accettabile che tali strutture precarie e instabili possano ancora essere mantenute, in un capoluogo che punta ad essere città europea e perla culturale e artistica del mediterraneo.