Palermo, l’addio a Mimma Faia tra dolore e rabbia: “Non è Dio che si gira dall’altra parte”

Don Ugo Di Marzo, parroco di Maria Ss delle Grazie in Roccella, che ha celebrato il funerale della donna morta per colpa di una scossa elettrica mentre faceva le pulizie in una trattoria, ha puntato il dito contro i prepotenti e contro lo schifo di illegalità che si cela dietro l'incidente

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Una folla commossa si è riunita oggi nella chiesa Maria Santissima delle Grazie in Roccella a Palermo per dare l’ultimo saluto a Mimma Faia, residente nel quartiere Roccella morta lo scorso 11 dicembre dopo essere rimasta folgorata in una trattoria di corso dei Mille. Un tragico incidente, avvenuto mentre puliva la cappa del locale.

L’omelia di Don Ugo Di Marzo è stata un grido di dolore e un atto d’accusa contro le ingiustizie che hanno segnato la vita di Mimma e che, in ultima analisi, l’hanno condotta alla morte. “Chiunque spera in te Signore non resta deluso, eppure non sembra così”, ha esordito il sacerdote, sottolineando il senso di smarrimento e di incredulità di fronte a una tragedia che sembra negare ogni speranza.

Don Ugo ha poi ricordato la forza e la dignità di Mimma, “una donna che ha dato tanto e che si è messa in gioco rimboccandosi le maniche”, lavorando duramente per garantire un futuro ai suoi figli. Un lavoro umile, accettato senza esitazioni, anche quando le condizioni erano precarie e il compenso misero: “20 euro”. “È una storia che non dipende nemmeno da Dio”, ha tuonato il sacerdote, puntando il dito contro “i prepotenti di questo mondo” e “lo schifo di illegalità” che si cela dietro l’incidente.

Parole forti, che hanno di certo scosso i presenti, invitandoli a riflettere sulle responsabilità di chi, con azioni illegali, con egoismo e indifferenza, contribuisce a creare situazioni di sfruttamento e di pericolo. “Non è Dio che si gira dall’altra parte, ma si sono girate alcune persone”, ha ribadito Don Ugo, chiedendo a gran voce “la luce della verità” affinché tragedie come quella di Mimma non si ripetano mai più.

Il feretro di Mimma Faia è stato portato a spalla dai figli e dai familiari fuori dalla chiesa di corso dei Mille, dove a dargli un ultimo saluto, in un commovente abbraccio scandito dalla canzone “L’urdim addio” di Nico Desideri, c’erano centinaia di persone, familiari, conoscenti e abitanti dei quartieri Brancaccio, Roccella e Sperone, molti dei quali ieri sera hanno festeggiato il 39esimo, triste, compleanno della donna. Tra palloncini bianchi, fuochi d’artificio e lacrime, Mimma è stata portata via dal carro funebre, accompagnato da mamma Carmela, dai figli, da chi l’ha amata in questi anni che, attutito il dolore atroce della perdita, chiederanno “luce” su una morte prematura e ingiusta che, come ha detto Don Ugo, merita giustizia terrena.