Felicia Bongiovanni, soprano palermitano, ha ricevuto a New York il Callas Tribute Prize, prestigioso riconoscimento annuale dell’Istituto Italiano di Cultura, ideato da Dante Mariti. Tra le motivazioni che hanno portato gli organizzatori dell’evento a premiare Felicia Bongiovanni: “Il dono di un talento lirico raffinato e versatile, ma anche l’atto di offrirsi al pubblico, che il soprano palermitano compie ogni volta che calca un palcoscenico anche nelle innumerevoli esibizioni dedicate a cause umanitarie e filantropiche in cui da anni si impegna anima e corpo, anzi anima e voce”.
Quest’anno il premio è stato assegnato in occasione del centenario della nascita di Maria Callas e della Festa della Donna. Tra i premiati le attrici Clarissa Burt e Carol Alt, celebrity molto attive sul sociale e nella solidarietà, Natalia Denegri conduttrice giornalista italo-argentina, Simona Molinari, eclettica cantante e autrice, per l’eccelsa qualità vocale italiana,il soprano Ines Salazar, l’influencer americana Desiree Busnelli, Maria Natale,il tenor – soprano Nicola Pisaniello. Infine la cantante spagnola Amalia Toboso ambasciatrice di musica senza frontiere, renderà omaggio a Elvira Hidalgo, il soprano che è stata la prima insegnante della Callas, l’industriale filantropo Alan G.Hassenfeld.
“Per me non è solo un riconoscimento legato a Maria Callas, ma è un vero e proprio premio alla carriera e per il mio impegno in campo sociale e culturale”, spiega il soprano Bongiovanni. Questo è il terzo anno che il Callas Tribute Prize viene assegnato a New York. La serata è stata condotta dalla giornalista e scrittrice Claudia Conte e ha visto la partecipazione di numerose personalità. Sono state premiate diverse donne che si sono distinte nei diversi settori come il sociale, l’arte e la musica. I premi assegnati sono stati realizzati dalla scultrice siciliana Rosa Maria Raffaele. La carriera di Felicia è stata caratterizzata dalla profonda dedizione al canto e da una grande passione.
“Mi definisco una freelance della lirica perché non ho avuto l’appoggio delle grandi agenzie. Il Callas Tribute Prize lo dedico anche ai miei genitori, che mi hanno sempre appoggiata e sostenuta nelle mie scelte, e a tutte le persone che mi sono state vicine anche nei momenti più difficili. Sono contenta di essere riconosciuta all’interno di questo mondo con questo premio per la mia carriera poliedrica – spiega Felicia Bongiovanni – Per me è una grande emozione cantare nella città natale della Callas, New York, proprio nell’ospedale dove è stata partorita”.
Il legame tra il soprano Bongiovanni e Maria Callas è di lunga data: “Sono stata scelta sia per il mio repertorio che per il carisma con il quale l’ho espresso, in quanto la Callas non solo cantava, ma interpretava con la sua voce e fisicità e io ho cercato di ricalcare le sue orme. La ‘Divina’ ha portato questo senso teatrale nella lirica – precisa Felicia Bongiovanni – dal punto di vista tecnico e vocale, ho innovato portando la lirica nei posti più impensati, come i centri commerciali. Oggigiorno, non è più una novità, come anni fa, quando ho iniziato a farlo. Mi sento vicina a Maria Callas per la devozione per il canto, l’amore per le eroine del melodramma e la capacità di farle rivivere con il canto”. “Una delle ragioni per cui amo l’opera lirica è perché è intrisa di valori cristiani e umani. Ci sono tante arie che sono vere e proprie preghiere – spiega Bongiovanni – c’è questo senso di infinito e di precarietà dell’uomo che si rivolge al sovrannaturale. Oggi si sta perdendo il senso del limite e dei valori umani, nella società domina spesso un senso di prevaricazione. Nella mia carriera mi sono sforzata per contrastare questa mentalità, impegnandomi anche nel sociale, con attività artistiche e culturali per promuovere un’economia spirituale. Lo scopo è quello di dare valore all’uomo e non al guadagno fine a sé stesso, anche in collaborazione con istituzioni universitarie e il personaggi come il Premio Nobel per la pace Muhammad Yunus”.
Felicia Bongiovanni spera che la lirica riesca a coinvolgere sempre più giovani, essendo il punto di partenza della vera canzone popolare: “Alle giovani generazioni, che si accostano al canto lirico e non, io dico di partire sempre dalla tradizione. L’opera lirica era canto popolare già prima dell’Ottocento. È il compendio di tutte le arti: pittura, scultura, musica, recitazione. La musica e la voce sono un linguaggio universale, il più vicino all’animo umano, che arriva dritto al cuore. Il canto può essere anche medicina ed avere effetti terapeutici. Questo potere non è della nostra voce, ma divino, e va al di sopra del nostro controllo umano”.