La Procura di Termini Imerese ha diffuso un comunicato ufficiale per chiarire alcuni aspetti sulla morte di Simona Cinà, la giovane pallavolista di vent’anni trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria al termine di una festa di laurea. Il documento è arrivato dopo la conferenza stampa convocata dai legali della famiglia domenica pomeriggio, durante la quale erano state avanzate diverse ipotesi e perplessità, tra cui la scomparsa dei vestiti della ragazza e la presunta alterazione della scena.
In particolare, si legge che «il corpo della ragazza è stato trovato intorno alle 4 del mattino da alcuni partecipanti ancora presenti alla festa» e che si trovava «esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e dotato di scarsa illuminazione». Alcuni ragazzi si sarebbero subito tuffati in acqua per soccorrerla, tentando le manovre di rianimazione, ma l’intervento del 118, giunto poco dopo, non ha potuto far altro che constatare il decesso alle 5 del mattino.
Le forze dell’ordine sono intervenute sul posto assieme al magistrato di turno. La Procura riferisce di aver effettuato tutti i rilievi necessari, disposto i sequestri utili all’indagine e ordinato l’autopsia dopo un primo esame esterno del corpo eseguito dal medico legale. Viene inoltre smentita in modo categorico l’ipotesi che i vestiti della giovane siano stati fatti sparire: «I vestiti di Simona Cinà non sono stati trovati dai familiari in quanto sottoposti a sequestro», si legge nella nota, che sottolinea come ogni procedura sia stata rispettata sin dall’inizio.
Anche sul fronte della presunta assenza di segni della festa nei pressi della piscina, la Procura interviene per fare chiarezza. «Nei pressi del bancone adibito a bar sono stati rinvenuti bicchieri e bottiglie di alcolici», precisa il comunicato, specificando che tutto il materiale è stato posto sotto sequestro per ulteriori accertamenti. Viene così esclusa l’ipotesi che qualcuno abbia ripulito la scena o rimosso oggetti compromettenti, almeno allo stato attuale dell’indagine.
Infine, il documento smentisce un altro punto, ovvero che i presenti alla festa avrebbero cercato di nascondere informazioni. «Tutti i presenti al momento dell’arrivo dei carabinieri sono stati identificati e sentiti come persone informate sui fatti. Hanno avuto un comportamento collaborativo, mettendosi da subito a disposizione dell’Autorità Giudiziaria».
La Procura conclude sottolineando che al momento «non risultano elementi per ritenere che la scena sia stata alterata o che siano stati fatti sparire oggetti», pur precisando che ogni ipotesi continuerà a essere approfondita nell’ambito dell’inchiesta in corso.