“Professionalità e dedizione per due anni, ma siamo fuori”: l’appello dei 38 ex interinali Amat di Palermo

La nota dei dipendenti che hanno già avviato azioni legali e che adesso hanno deciso di riunirsi in un comitato

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Continua la protesta dei 38 ex lavoratori interinali di Amat, partecipata che gestisce il trasporto pubblico a Palermo. Dopo quasi due anni di servizio, questi operatori di manutenzione sono stati messi alla porta e si ritrovano senza un impiego stabile, nonostante l’esperienza acquisita e il fabbisogno aziendale evidente. Dal 15 maggio 2022 al 21 marzo 2024, questi lavoratori sono stati assunti grazie a un progetto nato dalla collaborazione tra Amat e il Comune di Palermo, con l’obiettivo di reinserire ex dipendenti SiviBus e ulteriori operai selezionati tramite concorso pubblico. I 38 lavoratori licenziati dall’azienda si sono adesso riuniti in un comitato.

Impegno e professionalità ma nessuna stabilizzazione

“In questo periodo – scrivono gli ex lavoratori in una nota – abbiamo contribuito in modo significativo al mantenimento e alla sicurezza del parco mezzi Amat, in un contesto di grave carenza di personale. Abbiamo acquisito formazione qualificata, partecipato a corsi di sicurezza (inclusi rischio alto e uso di sollevatori a colonna mobile) e garantito un servizio essenziale ai cittadini. Anche in momenti critici come l’emergenza Covid-19. Tuttavia, nonostante la nostra esperienza e il fabbisogno aziendale, alla scadenza del contratto non è stata prevista alcuna forma di stabilizzazione. Mentre un concorso per meccanici con le nostre stesse qualifiche è stato indetto mentre eravamo in servizio, Amat ha contemporaneamente trasferito autisti con meno di due anni e mezzo di servizio a mansioni di manutenzione. In apparente difformità rispetto alle normative vigenti”.

Lavoro esternalizzato

“Dopo il recente fallimento del concorso per 100 autisti – continua la nota – l’azienda palermitana ha affidato la selezione di 30 nuovi autisti a un’agenzia interinale, scegliendo di avvalersi nuovamente di personale esterno. Ciò invece di riconfermare lavoratori già formati e qualificati. A oggi, nessuna istituzione ci ha dato ascolto, nonostante i nostri ripetuti tentativi di interlocuzione tramite PEC e richieste ufficiali. Questa scelta da parte di Amat e delle istituzioni rappresenta un grave danno sociale ed economico, oltre che una violazione del diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione Italiana, che impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei lavoratori alla vita economica e sociale del Paese”.

Nessuna risposta

A oggi, nessuna istituzione ha fornito risposte concrete ai lavoratori, nonostante i ripetuti tentativi di interlocuzione tramite PEC e richieste ufficiali. “Ci appelliamo – concludono i lavoratori – alle istituzioni competenti – Comune di Palermo, Regione Sicilia, Ministero del Lavoro – affinché possano essere garantiti il riconoscimento dell’esperienza maturata e della professionalità acquisita, l’immediata apertura di un tavolo tecnico per valutare la nostra reintegrazione. Un’indagine sulla gestione del personale da parte di Amat, per verificare eventuali irregolarità. Se il nostro appello continuerà a essere ignorato, saremo costretti a iniziative più incisive. Non accettiamo che il nostro impegno possa essere cancellato senza alcuna tutela. Non chiediamo favoritismi, ma il rispetto del nostro diritto a un lavoro dignitoso e stabile. Chiediamo giustizia, chiediamo risposte e il nostro diritto al lavoro”.