Se l’obiettivo era consolidare Terni, la sconfitta interna contro il Catanzaro ci riesce perfettamente. Mentre Corini prosegue nella sua rivoluzione culturale, in campo si vedono due squadre: una che sa giocare a calcio, si muove a memoria e sa cosa fare col pallone ai piedi, ed un’altra, sconclusionata, che si muove sull’onda degli spunti individuali e senza uno straccio di idea valida. Quale sia il Palermo e quale il Catanzaro scegliete voi. Di certo c’è che adesso i rosa adesso sono sotto quella famosa asticella delimitata da Corini nel 5° posto. Questo sì che è un Black Friday…
Il Catanzaro gioca bene ed è sua la prima vera occasione della partita: Katseris al 14° buca Lund e si ritrova a tu per tu con Pigliacelli che miracolosamente alza sopra la traversa. Il pallino del gioco è quasi sempre in mani ai giallorossi che giocano un calcio veloce con palla a terra e movimenti ben rodati. Il Palermo, invece, dopo un primo avvio dove sembrava intenzionato a sfruttare le corsie laterali è tornato con l’unico schema che questa squadra ha finora metabolizzato, il “LLL”: lancio lungo di Lucioni. Timido tentativo al 35° di Mancuso su invito di Di Mariano, ma per Fulignati è una bazzecola annientare il tiro del sette rosanero e al 44° Catanzaro in vantaggio. Vandeputte maramaldeggia su Buttaro come fosse Garrincha, il suo tiro viene ribattuto e Iemmello, servito da Veroli, prima si beve Marconi come un analcolico biondo e poi trafigge Pigliacelli come un pollo nel girarrosto. Non c’è tempo perché succeda altro e Marinelli manda tutti negli spogliatoi.
La ripresa inizia con un cambio in casa rosanero: Henderson per Di Mariano. Il Palermo sembra voler rimettere in piedi la partita, ma dopo paio di corner a favore, già dopo tre minuti il Catanzaro raddoppia: verticalizzazione geniale di Vandeputte per Biasci che prima si fa ribattere il tiro da Pigliacelli e poi insacca a porta vuota. Il raddoppio è una mazzata tremenda per i rosanero che non vedono quasi più il pallone, nascosto in una fitta ragnatela di passaggi eseguita dai ragazzi di Vivarini. Corini prova a cambiare l’inerzia del match con un triplo cambio (Valente, Aurelio e Di Francesco per Marconi, Lund e Mancuso) ma è ancora il Catanzaro sugli scudi: al 63° è Vandeputte ad essere servito in verticale, ma il palo gli nega la gioia del gol. Due minuti dopo è Iemmello ad andare vicino alla doppietta personale (provvidenziale deviazione in angolo di Mateju): è un dominio giallorosso assoluto. Primi cambi anche per i calabresi al 68° con Miranda e Oliveri che prendono il posto di Vandeputte e Katseris. Lo scozzese Henderson testa i riflessi di Fulignati con un tiro da posizione angolatissima ma è ancora troppo poco per parlare di reazione rosanero. Ultimi cambi per Vivarini al 75° con Ambrosino, Pontisso e Stoppa (ex rosanero) per Iemmello, Biasci e Ghion. Corini, invece, chiude i suoi slot tre minuti dopo con Stulac che prende il posto di Gomes. È proprio lo sloveno a dare vita al finale rosanero con un gol al minuto 82 su cross di Valente. Il Palermo comincia a crederci, al Catanzaro subentra la classica paura di vincere e Segre arriva vicino al pareggio con un tiro al volo al 85°: Fulignati risponde presente. È ancora Valente ad impensierire la retroguardia giallorossa direttamente su punizione ma l’estremo difensore calabrese è attento. I rosanero provano ad utilizzare tutte le energie nervose a disposizione, ma non c’è più tempo: anche il Catanzaro espugna il Barbera.