venerdì, 19 Settembre 2025
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Lo sdegno di Antonello Cracolici e Marco Intravaia dopo l'intervista di Salvatore Giuseppe Riina a Lo Sperone Podcast

Commissione Antimafia: “Le parole di Riina jr, un’offesa alle vittime”

Parole durissime quelle del deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia, che interviene dopo le dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina, durante Lo Sperone Podcast.

«Resto basito, attonito e sdegnato – afferma Intravaia – nel leggere le parole pronunciate da Giuseppe Salvatore Riina. Dovrebbe avere la decenza di stare zitto se non ha il coraggio e il buon senso di prendere le distanze da suo padre e dall’orrido ambiente in cui è cresciuto».

Il deputato cita alcune delle frasi che hanno sollevato indignazione: «Sentirgli pronunciare oscenità come “mio padre era un uomo con la U maiuscola”, “non ha ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo”, “mio padre è stato vittima di un sistema”, o addirittura paragonarsi a un bambino di Gaza, è un’offesa a tutti i martiri e alle vittime della mafia, alle loro famiglie e ai siciliani onesti».

Intravaia sottolinea come non basti più la semplice indignazione: «Chi ha pronunciato simili affermazioni, già condannato per mafia, dovrà essere chiamato a rendere conto delle sue assurdità. A soggetti come questo dovrebbe essere tolto il diritto di parlare pubblicamente, così da risparmiarci le sue ripugnanti perle di saggezza».

L’intervento di Intravaia si inserisce nel clima di polemica che ha seguito la pubblicazione della puntata di Lo Sperone Podcast, che ha ospitato il figlio del boss corleonese, offrendo spazio a un racconto che ha suscitato forte reazione nelle istituzioni e nel mondo dell’antimafia. Tra queste quelle del deputato regionale Ismaele La Vardera che ha annunciato un esposto e una manifestazione, nei prossimi giorni, a Corleone per far sentire lo sdegno verso questa intervista.

Puntuale anche la replica del presidente della Commissione Siciliana Antimafia Antonello Cracolici: “I siciliani non sentivano l’esigenza di parole buttate al vento da parte di chi, comunque, è stato condannato per associazione mafiosa, figlio di uno dei boss più sanguinari, riconosciuto tale da diverse sentenze. Questo tentativo di riscrivere la storia – ha precisato – è una cosa insopportabile. Mi dispiace che a questo gioco si presti parte del sistema informativo, che forse è alla ricerca di scoop ma non si rende conto che dare un megafono a gente che vuole cancellare la storia drammatica della Sicilia e che offende i siciliani. Sono questioni di una delicatezza tale – ha concluso Cracolici – da non consentire a nessuno di riscrivere la storia”.

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