Cinismo, compattezza e i rosa sbancano Ascoli

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Brutti, sporchi e cattivi! Tre aggettivi che calzano a pennello ai rosanero di scena ad Ascoli Piceno. Brutti, certamente, perché non sono stati straripanti e spumeggianti come nella gara contro la Feralpi, anzi, a dirla tutta, persino noiosi in molti frangenti della partita. Sporchi, esattamente, come non pensare al gol della vittoria? Una azione con alcuni rimpalli, fortunati per i nostri, ed un tiro, quello di Mancuso sporcato dal tentativo di Bellusci e dal braccio di Viviano. Cattivi, come i falli commessi nei momenti giusti, come il grugno mostrato da Lucioni e i suoi compagni di difesa; come cinici ad aspettare il momento giusto e vincerla di riffa o di raffa ma con la mentalità da grande squadra.

Ed è proprio quest’ultimo aspetto che ha fatto la differenza e, ne siamo convinti, potrà essere determinante in questo campionato. Lo diciamo e lo ribadiamo, questa squadra è nettamente più forte di quella dello scorso campionato e sulla carta è la più attrezzata tra le aspiranti alla promozione. Ha cambiato atteggiamento, anche tattico, rispetto al passato.

Corini sembra essere riuscito a conferire compattezza giocando in trenta metri e non affidandosi più ai lanci lunghi del portiere o dei difensori. Stulac ha preso le chiavi del centrocampo e, pur con un ritmo certamente non da velocista, gestisce con equilibrio le azioni nelle due fasi. Poi c’è il muro, non di burro come lo scorso anno, ma di cemento con Lucioni e Ceccaroni baluardi quasi insormontabili.

Quale è il risultato? Basta contare le parate di Pigliacelli, zero, o i lanci lunghi del portiere, zero. E poi c’è l’attacco, non segna Brunori? Poco male c’è Soleri, c’è Insigne, c’è Di Francesco e da oggi anche un vecchio cavallo di razza, si chiama Leonardo Mancuso ed a Palermo non è atterrato per caso.