Il nome del comico palermitano Angelo Duro è finito in un’inchiesta della Procura di Roma che indaga su una presunta elusione fiscale da 150mila euro. Tutto ruoterebbe attorno a un presunto uso improprio del regime forfettario della Partita Iva da parte di una società collegata all’artista, poi trasformata in soggetto giuridico con tassazione Ires, probabilmente per abbassare il carico fiscale.
Gli inquirenti, con la Guardia di Finanza e il procuratore aggiunto Stefano Pesci in prima linea, stanno esaminando se il passaggio da persona fisica a società sia stato realizzato per fini meramente fiscali, senza che la società avesse una reale autonomia operativa. In parole povere: un’eventuale “scatola vuota” creata per pagare meno tasse.
Tuttavia, va sottolineato che Angelo Duro non è indagato, e il suo nome compare solo in modo marginale nel contesto degli accertamenti. L’indagine è ancora in fase preliminare, e non è escluso che tutto possa rientrare in un contesto di irregolarità formale, piuttosto che di elusione volontaria.
Nel frattempo, il comico – noto per il suo stile caustico e fuori dagli schemi – ha risposto con sarcasmo sui propri canali social:
“Non ho mai fatto beneficenza in vita mia. E mai la farò. Ma la beneficenza allo Stato sì. L’ho sempre fatta. Quindi, questa notizia delle 150 mila euro purtroppo è falsa. Vi pare che mi metto ad evadere per una cifra così ridicola? Per chi mi avete preso. Per un pezzente. Da anni che mi vanto del mio successo. Della mia stronzaggine. Dei miei incassi milionari al cinema. Uno come me se dovesse evadere, lo farebbe alla grande. Martedì su Netflix esce il mio film. Vi regalo una serata d’evasione”.
Una replica che mescola provocazione e marketing, con il lancio – neanche troppo velato – del suo nuovo film in uscita su Netflix.