venerdì, 10 Ottobre 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Complottismo e disinformazione che minacciano decenni di conquiste scientifiche e di ricerche mediche

Vaccini, il conflitto infinito tra provax e novax: nessuno ascolta, nessuno arretra

Non finisce mai. Ogni volta che si parla di vaccini, i social si trasformano in un campo di battaglia. Da una parte i provax, dall’altra i novax. Il Covid, che avrebbe dovuto insegnarci l’importanza della salute pubblica e del rispetto reciproco, ha invece spalancato le porte a una guerra che continua a colpi di post, commenti e insulti.

La scintilla che riaccende la fiamma è sempre la stessa: una notizia di un malore improvviso e di una morte precoce, spesso di un giovane o di una persona apparentemente in salute. E subito, puntuale come un orologio svizzero, arrivano i commenti dei novax: “È stato il siero, ve lo avevamo detto”. Nessuna pietà, nessun rispetto, solo il bisogno compulsivo di trasformare un dramma in un argomento per la propria crociata personale. A ruota, la controffensiva: i provax rispondono con rabbia, accusano gli altri di speculare sulla morte, li definiscono sciacalli, li sommergono di “vergogna” e “siete tutti medici e scienziati”.

E così, ogni volta, il copione si ripete identico. Nessuno riflette, nessuno lascia spazio al silenzio, perché il silenzio richiede rispetto, e il rispetto richiede una forma di maturità che ormai sembra un miraggio. Per i novax, ogni decesso improvviso diventa un’arma: “Ho fatto bene a non vaccinarmi, stanno morendo tutti come mosche”.

Spesso si avverte anche un senso di macabra soddisfazione davanti a notizie di questo tipo. Per i provax, infastiditi, le armi di difesa sono sempre le stesse: “Il vaccino ha salvato milioni di vite, basta con questo complottismo e con questa ignoranza”.

Ma come se non bastasse, e questa forse è la cosa più grave di questa vicenda, il virus del sospetto si è allargato anche al resto dei vaccini, quelli che hanno cambiato il corso della storia dell’umanità. Si mettono in discussione il vaccino contro il morbillo, la poliomielite, la meningite, il colera, il vaiolo: malattie che fino a pochi decenni fa uccidevano soprattutto bambini e persone fragili, e che la scienza ha debellato o ridotto drasticamente grazie a decenni di ricerca e campagne di prevenzione. Oggi, invece, c’è chi crede più a un post letto su Facebook o a un video su TikTok che a secoli di studi scientifici. Gente che si improvvisa esperta, confondendo dati, numeri e realtà.

Un atteggiamento pericoloso che rischia di farci fare molti passi indietro nella lotta alle malattie infettive, vanificando conquiste che hanno salvato milioni di vite. E tutto questo cavalcando la nuova moda del sospetto: “Non farti fregare, è tutto un business delle case farmaceutiche”, o peggio ancora “è un piano per sterminare la popolazione mondiale, con i giornalisti complici a coprire la verità”. Un cortocircuito di complottismo che trasforma ogni discussione in una fiera della disinformazione, alimentata da chi preferisce credere al sospetto dei social piuttosto che alla scienza.

Una guerra che alla fine non vince nessuno. Ego e illusioni: la voglia di avere ragione a tutti i costi, anche a discapito del rispetto, del silenzio e di giovani vite spezzate.

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