mercoledì, 3 Settembre 2025
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La posizione americana sembra netta, i soldi vanno spesi per artiglieria, carri armati, battaglioni...

Nato, Trump boccia le “spese creative”: il Ponte di Messina non ha rilevanza militare

Il governo italiano potrebbe presto trovarsi a dover rivedere i propri calcoli sulla difesa dopo l’ennesimo avvertimento arrivato da Washington. L’ambasciatore americano alla Nato, Matthew Whitaker, intervenendo al Forum strategico di Bled in Slovenia, ha messo in guardia gli alleati dall’inserire tra le spese militari anche infrastrutture civili come scuole e ponti. Un messaggio che sembra indirizzato in particolare all’Italia, dove l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni valutava di far rientrare i 13,5 miliardi destinati al Ponte sullo Stretto di Messina nella quota destinata alla Nato.

Il pressing degli Stati Uniti si inserisce nel solco delle richieste avanzate da Donald Trump, che pretende che tutti i membri dell’alleanza atlantica portino le spese militari ad almeno il 5% del Pil. Una soglia molto più alta di quella finora fissata al 2% e che l’Italia sperava di raggiungere grazie a una “contabilità creativa”, classificando il Ponte come opera strategica di rilevanza militare. Ma la posizione americana è netta.

«Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa», ha dichiarato Whitaker, sottolineando che l’obiettivo del 5% deve riguardare «specificamente la difesa e le spese correlate».

Il diplomatico ha chiarito che per Washington le spese da conteggiare sono quelle legate a battaglioni, artiglieria e carri armati, non a «stravaganti opere di ingegneria».

Il governo italiano, dal canto suo, non ha mai nascosto l’intenzione di far valere il Ponte anche come infrastruttura a servizio della sicurezza. In un documento di aprile, l’opera era stata descritta come «di importanza strategica» per la difesa nazionale e internazionale, in grado di facilitare il movimento delle forze armate italiane e alleate, considerando che la Sicilia ospita basi militari cruciali della Nato.

Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini aveva aperto all’ipotesi di un utilizzo “doppio”: «Potrebbe essere un doppio uso – aveva dichiarato ad agosto – quindi potrebbe esserci un uso multiplo anche per motivi di sicurezza».

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