In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, prevista per il 25 novembre 2025, arriva da Varese un appello che sta già facendo il giro del Paese. A lanciarlo sono Emilio Corrao, palermitano, genero di Rita Borsellino, insieme alla sezione UCIIM “Paolo Borsellino e Rocco Chinnici”, promotori dell’iniziativa nazionale “Un cuore che parla: 1522”. Un invito rivolto a [coffice_banner slot="article_inline1"] dirigenti scolastici, docenti, studenti, famiglie e al personale di tutte le scuole italiane, affinché la comunità educante si riconosca unita in un gesto simbolico ma potentissimo: ricordare che il 1522 è un numero che può salvare una vita.
L’iniziativa rientra nel più ampio progetto nazionale “Pensilina Rossa – 1522: Il Valore delle Donne contro ogni forma di violenza”, dedicato alla memoria di Rita Borsellino. Un percorso educativo che mira a radicare nelle giovani generazioni la cultura del rispetto e della prevenzione, offrendo strumenti concreti per riconoscere la violenza e affrontarla. Lo scopo è diffondere il più possibile la conoscenza del 1522, il servizio nazionale antiviolenza e antistalking attivo h24.
Gli organizzatori spiegano che il coinvolgimento del mondo scolastico è fondamentale, perché le scuole sono tra i primi luoghi in cui si formano sensibilità, consapevolezze e valori. L’appello parla chiaro: “Invitiamo tutte le scuole ad aderire con partecipazione e responsabilità, coinvolgendo studenti, insegnanti, personale, famiglie e tutta la comunità educante, affinché insieme possiamo costruire un messaggio chiaro e forte: la violenza si combatte con la cultura del rispetto”.
Per partecipare è stato pensato un gesto semplice ma simbolicamente potente: realizzare due cuori rossi, seguendo l’idea dell’Associazione Genitori A.Ge. “Giuseppe Pitrè” e del Mo.Vi Palermo. Al centro di ciascun cuore va scritto “1522”. Uno dei due cuori, secondo la proposta, deve essere donato a un’altra persona, perché il messaggio possa circolare e moltiplicare il suo impatto. Il secondo cuore, invece, sarà protagonista di una foto — individuale, di classe, di gruppo o dell’intero istituto — per “metterci la faccia e dire no alla violenza”.

Le immagini raccolte verranno inviate agli indirizzi forniti dagli organizzatori e diventeranno parte di un unico grande mosaico nazionale, che sarà diffuso proprio il 25 novembre come testimonianza collettiva di un impegno che attraversa scuole, territori e generazioni. È una chiamata a sentirsi parte di un movimento condiviso, fatto di gesti concreti e simboli che parlano alle coscienze.
“Più ampio sarà il coinvolgimento, più forte sarà il segnale che lanceremo a livello nazionale”, si legge nell’appello. Un segnale che passa da un semplice cuore rosso, ma che si trasforma in un atto di responsabilità civile. Perché educare alla non violenza significa costruire comunità più solide e più consapevoli, e ricordare che la prevenzione non è solo un tema istituzionale ma un dovere collettivo.
La locandina



