giovedì, 7 Novembre 2024

Strage di Altavilla: non ci sono posti nelle Rems: Barreca potrebbe tornare libero

CronacaStrage di Altavilla: non ci sono posti nelle Rems: Barreca potrebbe tornare libero

La difesa dell'uomo non sarebbe però intenzionata a percorrere questa strada. Al momento Barreca è in carcere ma, vista la decisione del Gip, si tratta di ingiusta detenzione

La situazione giudiziaria di Giovanni Barreca, accusato di aver ucciso la moglie e due figli nella cosiddetta “strage di Altavilla Milicia,” ha subito una svolta significativa nei giorni scorsi: una recente perizia psichiatrica ha confermato che l’uomo era in preda a un grave delirio mistico durante i fatti e dunque incapace di intendere e di volere. Questo ha portato il giudice a dichiararlo non imputabile e a disporne il trasferimento in una REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per il trattamento di individui affetti da disturbi mentali e considerati socialmente pericolosi.

Ma le Rems siciliane sono al momento sature e Barreca al momento resta in carcere. Un’ingiusta detenzione, vista la decisione del Giudice dopo la perizia sul suo stato mentale.

La perizia ha rivelato che Barreca mostrava caratteristiche di personalità estremamente suggestionabili, con una dipendenza psicologica patologica dai coniugi Massimo Carandente e Sabrina Fina, che l’uomo considerava quasi dei “profeti” durante i loro incontri di preghiera. Secondo gli psichiatri, questa relazione ha alimentato il suo delirio mistico, inducendolo a credere che la sua famiglia fosse contaminata dal “male” e richiedesse una “purificazione” estrema.

Se gli avvocati difensori dovessero richiedere la scarcerazione, Barreca potrebbe lasciare la sua cella e tornare in libertà fino a quando non si libererà un posto in una Rems. Ma, da quanto ha dichiarato la criminologa Bruzzone, che è stata perito di parte, durante la trasmissione “Ore 14”, gli avvocati non sarebbero intenzionati a farlo.

Anche la figlia diciassettenne di Barreca è indagata e sotto osservazione psichiatrica. Accusata di complicità nella strage, la ragazza, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato a riti di tortura e “purificazione” della famiglia. Per stabilire la sua piena responsabilità, è stata disposta una perizia che ne valuti le condizioni mentali, poiché potrebbe essere anch’essa influenzata dal fanatismo e dai legami patologici sviluppati nel contesto della “setta” familiare.

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