Scandalo all’Ars su contributi: Auteri lascia Fratelli d’Italia

Il deputato è accusato di aver agevolato contributi pubblici a favore di associazioni riconducibili a sua madre e a sua moglie

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Scosse politiche all’interno dell’Assemblea regionale siciliana (Ars): Carlo Auteri, deputato regionale ed ex vicecapogruppo di Fratelli d’Italia (FdI), ha ufficialmente comunicato il suo passaggio al Gruppo misto. L’annuncio è stato diffuso da Giorgio Assenza, capogruppo di FdI all’Ars.

La decisione arriva in seguito alle polemiche scatenate da una vicenda che ha coinvolto Auteri e che è stata portata alla luce da recenti inchieste giornalistiche. Secondo quanto riportato, il deputato sarebbe al centro di un caso riguardante presunti contributi pubblici erogati a favore di associazioni riconducibili a suoi familiari. Una situazione delicata che ha spinto Auteri ad autosospendersi dal partito e, successivamente, a lasciare il gruppo parlamentare di appartenenza.

Non meno gravi le accuse di minacce che lo vedrebbero protagonista nei confronti di Ismaele La Vardera, deputato del Gruppo misto. Quest’ultimo, durante una seduta dell’Ars, aveva sollevato pubblicamente la questione dei finanziamenti, scatenando così un acceso confronto.

Nella lettera indirizzata al presidente dell’Ars e per conoscenza al capogruppo Assenza, Auteri ha motivato la sua scelta come un atto di responsabilità personale e politica, dichiarando di voler tutelare l’istituzione e il partito da ulteriori tensioni.

Il caso solleva nuovamente interrogativi sul sistema di gestione dei fondi pubblici e sull’integrità delle istituzioni regionali. Fratelli d’Italia, già sotto pressione per la vicenda, si trova ora a dover gestire un delicato momento di transizione all’interno del gruppo parlamentare.

Intanto, La Vardera ha commentato l’accaduto con fermezza: “Non tollereremo intimidazioni né tentativi di insabbiare verità scomode. Continuerò a portare avanti battaglie di trasparenza e legalità”.

La vicenda, che non manca di risvolti politici e giudiziari, rischia di avere ripercussioni profonde sull’equilibrio dell’Assemblea regionale siciliana, dove il dibattito sulla gestione della cosa pubblica si fa sempre più acceso.