“Rita Dalla Chiesa, folgorata sulla via del Parlamento, esterna giudizi di opportunità politica e di morale su tanti giovani e
donne della Democrazia Cristiana che esprimono la loro appartenenza ad
un’idea e sono pienamente impegnati in un progetto serio”. A dichiararlo in una nota è
il segretario regionale della Democrazia Cristiana, Stefano Cirillo dopo l’uscita pubblica del deputato Rita Dalla Chiesa che ha gradito la presa di posizione di Antonio Tajani sulle liste di Forza Italia alle Europee. “Ha detto no a voti che potrebbero essere inquinati – ha detto la figlia del Generale ucciso dalla mafia -. Tajani vuole persone che non abbiano dei nodi da sciogliere e credo che sia il primo leader che prende una posizione così forte”.
“La risposta a queste pesanti affermazioni – continua Cirillo nel comunicato – sono le migliaia di donne e di giovani presenti ai congressi provinciali di Palermo e di Trapani e a quelli cittadini di Favara e Caltagirone. Tantissime persone pulite e trasparenti che scelgono la Democrazia Cristiana liberamente. Lo fanno, probabilmente, proprio perché rilevano quello che Rita Dalla Chiesa, oggi, e Rosi Bindi, prima, non vedono perché non conosco, non incontrano, non parlano con la gente che incontriamo noi ogni giorno. Smettetela – prosegue Cirillo – di offendere tanta gente perbene che cerca di essere ascoltata, vede dei valori e desidera portarli avanti. Smettetela di etichettare chi ha un leader che a voi non piace, smettetela di cercare come fa Report di offendere la democrazia”.
“State creando un un messaggio politico che distorce la realtà e che inquina i pozzi in cui tutti bevono che è la democrazia. Se non avete nulla da dire per dimostrare politicamente la vostra esistenza in vita
cercate qualcosa di diverso, altrimenti non fate altro che dedicare alla Democrazia Cristiana tutto quello che, per tutta la vita, è stato riservato a Silvio Berlusconi e a Forza Italia, consumati del pregiudizio politico. Alla Dalla Chiesa auguriamo che con il suo notevole contributo elettorale possa consentire a Forza Italia di superare lo sbarramento. Una delle cose che abbiamo capito in questi anni – conclude – è che non basta portare il nome di tanti eroi per poter avere il diritto di discriminare e, soprattutto, di diffamare
chi non si conosce”.