È stato rimosso il murale abusivo di piazza Caracciolo, nel cuore della Vucciria di Palermo, raffigurante Emanuele Burgio, il giovane ucciso nel 2021 in un regolamento di conti. La decisione è arrivata a seguito di un provvedimento della polizia municipale che ha ordinato ai proprietari della palazzina di eliminare la gigantografia, realizzata senza alcuna autorizzazione sul prospetto dell’edificio che si affaccia sulla piazza.
Il caso aveva attirato l’attenzione di Striscia la notizia, che ha realizzato un servizio grazie all’inviata Stefania Petyx. La giornalista aveva documentato la situazione, raccogliendo le opinioni dei residenti e denunciando il clima di tensione attorno all’opera. Qualcuno aveva persino detto: “Se toccate il murale scoppia un bordello”.
Questa mattina la facciata della palazzina è stata ripulita e la gigantografia è sparita. È stata la stessa Stefania Petyx a dare la notizia sui social, pubblicando una foto del luogo ormai liberato dal murale e accompagnandola con una riflessione: «Da stamattina il murale alla Vucciria non c’è più. Adesso speriamo che il Comune ne regali uno nuovo che parli della bellezza di quel mercato. Ciò non toglie nulla al ricordo di quel ragazzo la cui storia difficile ha portato a una brutta e prematura fine e che continuerà a vivere nel cuore dei tanti che lo hanno amato, com’è giusto che sia. Ma le pareti pubbliche sono destinate al ricordo di vite esemplari o straordinarie. Questo va compreso».
Ma non tutti, a quanto sembra, hanno preso bene la decisione. Diversi i commenti al post di Stefania Petyx di gente che non era d’accordo alla rimozione del murale:
“Io non conosco Manuele e sicuramente sono contro la malavita e la mafia – scrive una donna – ma quello era ed è il suo quartiere. Ci vivono e ci lavorano persone che indipendentemente da quello che lui faceva gli volevano bene. Perché essere mafiosi non sempre significa essere cattivi. Non giustifico nessuna azione illegale dicendo questo, ma era un modo per ricordare un fratello un amico un figlio nel quartiere dove lui stava gran parte del suo tempo. Alla Noce ci sta un murale di un altro ragazzo morto che Rip – continua la donna -, a Passo di Rigano un altro ancora, in via Casalini idem… Giovani sì, pregiudicati, ma con una vita vissuta e una famiglia alle spalle. Secondo me è stata una cosa ingiusta e irrispettosa nei confronti del ragazzo e di chi gli voleva bene. Dire questo – conclude – non è dire sì alla mafia, ma un punto di vista”.