“Ero con mio figlio quando è finito contro il muro. Stavo tenendo la minimoto dal parafango posteriore, ma mi è sfuggita”. A raccontarlo è Antonino Viviano, il padre del piccolo Thomas, il bimbo di quattro anni morto lo scorso 11 aprile dopo un tragico incidente avvenuto in via Giordano Bruno, a Boccadifalco.
Il padre, 37 anni, ha ricostruito quanto accaduto agli agenti della polizia municipale di Palermo nel corso di un interrogatorio avvenuto nella caserma di via Ugo La Malfa. Un’ammissione dolorosa, che apre uno spiraglio più chiaro sulla dinamica dell’incidente. Secondo quanto riferito, il piccolo era in sella a una minimoto Dirt Bike M100 da Enduro, un mezzo a benzina dotato di rotelle, quando avrebbe improvvisamente accelerato. Un’accelerazione brusca, uno scatto incontrollato, e l’impatto contro il muro di una palazzina – a pochi metri da casa – è stato inevitabile.
“Non ho fatto in tempo ad evitarlo – ha detto Viviano – tenevo il parafango, ma non sono riuscito a fermarlo”. Una frazione di secondo fatale, in cui ogni tentativo di controllo si è rivelato inutile. Il bambino, soccorso dal padre e portato inizialmente all’ospedale Ingrassia, era stato trasferito poi al Di Cristina in condizioni disperate. Dopo quattro giorni di coma, i medici avevano constatato la morte cerebrale.
Il verbale dell’interrogatorio è stato trasmesso in procura. Ora la palla passa al pubblico ministero, che dovrà valutare eventuali responsabilità penali. L’inchiesta resta aperta e punta a chiarire non solo il ruolo del padre, ma anche la presenza o meno di ulteriori elementi di responsabilità o omissione.