Il Palermo cola a picco al “Picco” – LE PAGELLE

I magentanero non smettono di deludere

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Palermo Lund Calciatore

“Che palle ‘sta partita per il 1° maggio” avranno pensato i calciatori del Palermo. “Avevamo già tutto: carne, carbone, griglia, birra e invece…”. E invece avrebbero dovuto giocare una partita di calcio. Avrebbero, perché, il Palermo sceso in campo al “Picco” dà più l’idea di un gruppo che effettivamente si ritrova in Liguria più per turismo che per giocare a pallone. Il paradosso è che questi con la maglia magentanero hanno dovuto sorbirsi il coro “andate a lavorare” proprio il giorno della Festa dei Lavoratori.

PRIMO TEMPO: GRANDE ASSIST DI LUND PER DI SERIO

La prima conclusione della partita è dello spezzino Verde che di sinistro, al 3°, prova ad approfittare di un rinvio maldestro di Pigliacelli, ma la palla finisce lontano dalla porta rosanero. La risposta del Palermo è in una punizione di Brunori deviata da Soleri che termina di poco a lato. Ma il primo tempo è praticamente un assolo della squadra di D’Angelo che arriva dalle parti di Pigliacelli con la stessa frequenza con cui passa il 101 in via Libertà. Il vantaggio della squadra di casa arriva al 16° grazie a Di Serio su assist di Lund. Sì, è del danese-statunitense-siculo-ausitano lo sciagurato retropassaggio che mette l’attaccante spezzino a tu per tu con Pigliacelli. Lo svantaggio produce nei magentanero una veemente risposta. Nell’ordine: tre ruttini post-prandiali, sei sbadigli, quattro colpi di tosse e due starnuti. Calcio? Neanche a parlarne. La squadra di Mignani è in balìa dello Spezia che tenta il raddoppio con Vignali, Elia, Verde, gli spettatori, tre quarti della Liguria ed un pezzettino della vicina Toscana. Il signor Pezzuto capisce l’imbarazzo magentanero e concede solo un minuto di recupero. Lo Spezia va al riposo, il Palermo ha riposato (tanto) durante il primo tempo.

SECONDO TEMPO, CALMA PIATTA FRA I MAGENTANERO

Un tentativo di Diakitè ad inizio ripresa lascerebbe pensare ad un secondo tempo d’assalto da parte della squadra di Mignani. Niente di più fasullo. Il Palermo non c’è ed il portiere spezzino Zoet mantiene i guanti puliti come una tunica per la Prima Comunione. D’Angelo cambia Falcinelli per Bandinelli, forse vezzo poetico. Così nei tifosi del Palermo avanza la speranza che Mignani tolga Ceccaroni per fare entrare qualcuno che abbia qualcosa in rima. Ma siccome non è un pazzo, non cambia proprio un… nulla. Le mosse del tecnico genovese sono Ranocchia per Buttaro, Henderson e Mancuso per Gomes e Brunori e i classici cinque minuti finali per Traorè al posto di Diakitè. Unico sussulto magentanero uno spunto di Di Francesco con tiro di poco a lato. La beffa finale è addirittura l’ex Mateju che provare a disimpegnarsi con un colpo di tacco (ovviamente non riuscito). Fischio finale. I magentanero possono tornare dalla Liguria con una certezza: questo campionato prima finisce e meglio è.

LE PAGELLE DEL PALERMO

Pigliacelli 6. I calciatori avversari devono avere visto il campionato del 22 magentanero e ci provano da ovunque prendendo poche volte la porta. Fa quel che può quando deve ma viene freddato da fuoco amico.

Diakitè 5. Nonostante lo Spezia in attacco sia qualche spanna meno pericoloso del Manchester City, “Baracus” non ne approfitta mai per una delle galoppate a cui ci aveva abituato nelle prima uscite. Azzoppato.

Dal 85° Traorè s.v. “Mister 10 milioni di riscatto” entra solo per aggiornare gli almanacchi e per sfoggiare la nuova capigliatura.

Lucioni 6. Ha francamente poco da fare e gli basta gestire.

Ceccaroni 6. Torna in campo dopo le “panchine punitive” giovandosi del fatto che l’attacco spezzino sia pericoloso come il bramito di un cerbiatto al cospetto di un leone.

Buttaro 4,5. Non salta mai l’uomo e non mette mai un cross a referto. Partita no per il “Garrincha alla carbonara”.

Dal 61° Ranocchia 5. Entra per mettere qualità a disposizione della squadra. Non chiedeteci di quale squadra, però.

Segre 4,5. Già poco appariscente sulla mediana, scatafullato sulla destra il Dottore scompare come uno stipendio alla seconda settimana.

Gomes 4. Il suo procuratore lo vede su palcoscenici prestigiosi. Non sappiamo se intenda Sanremo, l’Eurovision Song Contest, la festa della Madonna della Mercede al Capo o il remake della sit-com Arnold nei panni del fratello Willis. Resta il fatto che a parte il lancio laterale illuminante a due metri è una presenza del tutto inutile in un centrocampo che dovrebbe lottare per posti di vertice.

Dal 80° Henderson s.v. Entra solo per randellare come un metalmeccanico e prendere un cartellino giallo. Ha fatto di peggio.

Lund 3. Il retropassaggio di Pendo-Lund che porta al gol di Di Serio è gravissimo, ma c’è da aggiungere che per tutto il match l’ex Elia al suo confronto sembra George Best. Sciagura.

Di Francesco 5,5. È l’unico che ha tracce neuronali. Ma non può cantare e portare la croce.

Soleri 4. Non la vede neanche col binocolo. Lontano parente del calciatore elettrico che portava scompiglio nelle difese avversarie. Lontanissimo. Un estraneo, praticamente.

Brunori 4. Zero alla casella palloni giocati, gioca una gara da capitàno vero. Schettino.

Dal 80° Mancuso s.v.

Mignani 3. Cinque partite, tre pareggi e due sconfitte. Peggio di lui solo il terremoto, la peste bubbonica e l’invasione delle cavallette. In confusione totale nella gestione dei cambi dove allarga i buchi invece di mettere pezze.