Tra il fatto che si giocasse di venerdì 17 e che l’avversaria fosse la “fatal Sampdoria” (che più di una volta ha tolto al Palermo finali di stagioni con piazzamenti Champions) di motivi per assistere al match tra rosanero e blucerchiati con entrambe le mani e i piedi attaccati scaramanticamente in zone corporali medio-basse ce n’erano a iosa. Invece la squadra di Mignani decide di stupire tutti con effetti speciali, gioca la migliore partita della stagione e vince per due a zero senza mettere mai minimamente in dubbio il successo dopo i tempi regolamentari ed il conseguente passaggio del turno. Tutto questo con una cornice di pubblico degna di ben più prestigiosi obiettivi.
PRIMO TEMPO: CI PENSA DIAKITÈ
Il primo tempo del Palermo è fantasmagorico. Pronti-via e tutta una generazione boomer pensa che i gemelli Derrick di Holly & Benji si siano impossessati di Soleri ed Insigne confezionando la catapulta infernale (guarda il video se non la conosci) che sfila di poco a lato. Qualche giro di lancetta e l’asse Brunori-Soleri-Insigne confeziona una palla gol che il napoletano si divora facendo imprecare i 30.000 del Barbera, tutta la provincia di Palermo e tre quarti della Sicilia (fanno eccezione, per ovvie ragioni campanilistiche, un paio di capoluoghi di provincia). Lo stesso Insigne ci riprova qualche minuto dopo con l’arma di famiglia, ‘o tir’a’ggir, ma niente da fare. Poi è Soleri a schiacciare col capoccione un cross millimetrico di capitàn Brunori, ma Stankovic sventa con un plastico tuffo facendo fare un figurone ai fotografi assiepati dietro la sua porta.
Ma altro che aquile: questa sera il Palermo è un toro più scatenato di De Niro e mentre la Samp sventola la muleta viene implacabilmente incornata! Brunori parte sulla sinistra, si fuma allegramente un paio di doriani, arriva sul fondo e crossa col mancino; la palla attraversa l’area come un arcobaleno delicato dopo una pioggerellina di primavera e finisce sui piedini aggraziati di quel torello di Diakitè che ad impallinare il guardiapali blucerchiato con un tiro di esterno destro ci pensa meno di un millisecondo. Palermo strasuperarcimeritatamente in vantaggio. Fischio di Colombo, che non sarà il tenente ma è ugualmente autoritario ed irreprensibile. Si va al riposo: maxidose di collirio per noi che abbiamo finalmente visto le faville di un Palermo ardente come mai in questa stagione.
SECONDO TEMPO: CI RIPENSA DIAKITÈ
Parte la seconda frazione ed il Palermo riparte da dove aveva finito. Neanche 120 secondi di gioco e, infatti, il danese-statunitense-siculo-ausitano Lund confeziona un cioccolatino che quel golosaccio di Diakitè scarta siglando la sua personale doppietta (3° gol in due partite) con un piattone più morbido di quella carta igienica che superava il decimo piano. Rosa sazi? Come no… Chiedetelo a Ranocchia che tre minuti dopo strappa di suvicchiaria la sfera al suo diretto avversario e gira di sinistro un pallone che fa barba, basette e pizzetto al palo. Pirlo prova a raddrizzarla con un triplocambiocarpiatomortalerovesciato (fuori Piccini, De Paoli e Giordano per Stojanovic, Benedetti e Barreca) ma il Palermo patisce come un elefante infastidito da un moscerino. Mignani, invece, restituisce ossigeno ad Insigne facendogli subentrare Gomes (aveva già messo Marconi per l’infortunato Ceccaroni nel primo tempo).
Rosanero in totale controllo della gara: a nulla servono i velleitari tentativi dei blucerchiati che, comunque, Desplanches anestetizza senza affanno. Anzi, proprio il Palermo potrebbe chiudere a chiave con doppio cilindro europeo il match: giocata di Brunori che continua a fumarsi difensori blucerchiati come stesse svapando una sigaretta elettronica che gli si spegne, però, a tu per tu con il portiere doriano, Stankovic. Con la partita nel suaglass ed il Venezia nel mirino, Mignani ultima i cambi: escono Soleri, Brunori e Ranocchia entrano Mancuso, Di Francesco ed Henderson. Quello che resta da raccontare è un gol annullato per fuorigioco proprio a Di Francesco e cinque minuti di recupero che passano senza patemi. Picciò, il Palermo c’è ed andrà a giocarsi la semifinale di questi playoff contro il Venezia.
LE PAGELLE DEL PALERMO
Desplanches 6,5. La Samp per novanta minuti più recupero prova a fare la guerra col fucile ad acqua. Gestisce con spocchia del veterano le poche avventure in avanti blucerchiate.
Graves 6,5. Argine di centrodestra di una diga costruita con sapienza scandinava, non soffre praticamente mai gli attaccanti avversari.
Lucioni 7. Dirige l’orchestra difensiva meglio di Herbert Von Karajan. Suonala ancora, Zio.
Ceccaroni 6. Si fa male dopo venti minuti ed è un peccato perchè stava facendo benissimo come tutti.
Dal 20° Marconi 6,5. Spernacchia un po’ in carburazione, ma entrato in temperatura i giri del suo motore lo rendono invalicabile. Diesel.
Diakitè 9. Non può essere un caso se, riportato a fare il tuttafascia, sia ritornato il “Baracus” che ci aveva fatto innamorare come un liceale al suo primo bacio. Sigla una doppietta d’oro in una serata di platino.
Segre 8. Ricordando una famosa scena di Troisi e Benigni, i blucerchiati si saranno chiesti “Chi siete? Quanti siete?”. Sì, perchè il Dottore ha corso, rincorso, pressato, contrastato, difeso e attaccato senza concedersi un secondo di pausa. Stachanov, canzìati!
Ranocchia 7. Mente e polmoni a servizio di un centrocampo mai in sofferenza. E quando prova a concludere non è mai banale.
Dal 77° Henderson s.v.
Lund 6,5. Lo schema “assaltatore” della squadra costringe PendoLund a starsene un po’ più sulle sue. Il che, però, non gli impedisce di sfornare un assist al bacio per il raddoppio rosanero.
Insigne 7. Ok, in avvio si divora un gol grande quanto la Mesopotamia, ma per 65 minuti è quel giocatore che avremmo voluto vedere da agosto. Lascia a casa il fratello di Lorenzo, quello abulico e apatico, e porta al Barbera un Roberto Insigne pimpante che spariglia le carte della Sampdoria e che in questa categoria può e deve fare la differenza.
Dal 65° Gomes 6. Entra per contenere. Contiene.
Soleri 8. Fin dal fischio iniziale è una specie di ciclone che si abbatte su qualsiasi cosa veda passare dalle sue parti. Meriterebbe il gol, ma quel monello di Stankovic non glielo concede.
Dal 77° Di Francesco s.v.
Brunori 8. “Sacrificato” a sinistra disputa una partita mostruosa per quantità e qualità delle giocate. Comune e Regione non decidono sul rifacimento dello stadio? Bene. Se avesse segnato a metà ripresa, dopo quella serpentina degna del miglior Gustav Thoeni in cui ha saltato doriani come paletti, il Barbera sarebbe venuto giù! Altro che restyling…
Dal 77° Mancuso s.v.
Mignani 9,5. Disegna una squadra a trazione anteriore più potente di una Oldsmobile Toronado e non sbaglia nulla nella gestione della partita. Ci riserviamo il mezzo punto in più per il 2 giugno alle ore 22.15 circa.