Una cosa appare certa: il Palermo, per come ha giocato questo campionato cadetto non meriterebbe la promozione in A. Quattordici sconfitte di cui sei tra le mura amiche sono la media di una squadra da playout. A salvare i rosanero le vittorie, 14, che insieme ai 9 pareggi hanno consentito agli uomini allenati da Alessio Dionisi di raggiungere la qualificazione ai playoff.
L’ultima gara, contro la Carrarese, deciderà se il Palermo terminerà ottavo, settimo o addirittura sesto. Quest’ultimo piazzamento consentirebbe ai rosa di giocare lo spareggio che porta alle semifinali tra le mura amiche. Quanto sia un vantaggio questo è da verificare, viste le tante sconfitte in casa di questa stagione e viste le ultime contestazioni al Renzo Barbera.
Il sesto posto garantirebbe inoltre, in caso di parità alla fine del tempo regolamentare e dei successivi tempi supplementari, il passaggio del turno, visto che non sono previsti in questa fase i rigori. A prescindere dai rapporti non idilliaci tra squadra e tifosi – che continuano anche dopo l’ultima vittoria, come dimostra lo striscione in copertina – e dalle statistiche, è chiaro che è importantissimo arrivare sesti. Ma non dipende solo dal Palermo che dovrà vincere domani contro la Carrarese in casa e sperare in un passo falso del Catanzaro che gioca in trasferta contro il già salvo Mantova. In caso di arrivo a pari merito tra siciliani e calabresi, passerebbe il Palermo, messo meglio negli scontri diretti.
Ma tolto il dato statistico, finita la stagione regolare, inizia un nuovo torneo. Rancori e contestazioni, adesso, andrebbero messi da parte, perché si rischia di buttare a mare l’acqua sporca con tutto il bambino, creando perfino alibi a calciatori, tecnico e dirigenza, o di spostare l’attenzione dai veri colpevoli di questa stagione altalenante in caso di obiettivo fallito. Ci sarà tempo per tirare le somme, ma farlo adesso sarebbe un grande errore, un suicidio. Si può salire in serie A anche senza merito e nessuno griderà allo scandalo. Ma adesso servono entusiasmo, unione e fiducia. E il grande cuore del Barbera.