lunedì, 24 Novembre 2025
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Il negoziante venne ucciso in corso dei Mille

Palermo, omicidio Pelicane: arrestati i colpevoli dopo 22 anni

Era il 30 agosto 2003 quando Antonino Pelicane, incensurato e rispettato commerciante di ferramenta di Misilmeri, venne freddato a colpi di arma da fuoco nella zona di corso dei Mille a Palermo. Un omicidio che sin dall’inizio aveva il sapore della vendetta di mafia ma che, nonostante gli sforzi degli investigatori, sembrava destinato a rimanere

un caso irrisolto. Oggi, dopo ventidue anni, nuovi elementi hanno permesso alla Direzione distrettuale antimafia di svelare i retroscena di un delitto rimasto sospeso nel tempo.

Secondo quanto ricostruito dal Comando provinciale dei carabinieri, l’assassinio di Pelicane maturò nel pieno della sanguinosa guerra di mafia che dagli anni Ottanta ai primi anni Duemila vide contrapporsi due fazioni della famiglia mafiosa di Villabate. Una faida interna che lasciò dietro di sé morti, feriti e una lunga scia di vendette trasversali. Pelicane, spiegano oggi gli investigatori, apparteneva alla corrente opposta rispetto a quella degli odierni indagati, considerati storicamente vicini ai Corleonesi. Fu proprio questo schieramento, secondo l’accusa, a decretarne l’eliminazione.

Per anni le indagini non erano riuscite a individuare la verità. Le piste si erano affievolite, i testimoni erano rimasti in silenzio e la ricostruzione dei fatti sembrava destinata a confluire in un vicolo cieco. A cambiare il corso della storia è stato un collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni hanno permesso alla Dda di riaprire il fascicolo e di portare alla luce elementi rimasti nascosti per oltre due decenni.

Parallelamente, un’articolata attività di intercettazione ha consentito agli inquirenti di confermare come, nonostante il tempo trascorso dal delitto, tra gli indagati i rapporti fossero rimasti solidi e costanti, un dettaglio ritenuto fondamentale per definire gli attuali contorni dell’inchiesta. Dalle conversazioni registrate sarebbero inoltre emerse conferme e riscontri che hanno rafforzato il quadro delle responsabilità ipotizzate.

Il risultato di questo complesso lavoro investigativo è arrivato nelle ultime ore: il gip del tribunale di Palermo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre uomini, oggi di età compresa tra i 52 e i 65 anni, indicati dagli inquirenti come noti esponenti della famiglia mafiosa di Villabate. Due di loro hanno ricevuto la notifica del provvedimento direttamente in cella, essendo già detenuti per altre vicende giudiziarie. L’operazione ha coinvolto i militari del Comando provinciale di Palermo, con il supporto dei colleghi di Napoli e Cuneo, a testimonianza della complessità dell’attività di coordinamento necessaria per raggiungere i diversi indagati.

L’accusa contestata è quella di omicidio premeditato e in concorso, aggravato dall’aver agito con metodo mafioso e con l’obiettivo di agevolare l’organizzazione criminale cosa nostra.

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