domenica, 2 Novembre 2025
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Servono costanza e qualche rinforzo, ma questa squadra quando mette grinta e lucidità, ha pochi rivali in B

Palermo, la goleada che riaccende l’entusiasmo

Dopo due sconfitte che avevano lasciato strascichi pesanti — quelle contro Catanzaro e Monza — il Palermo di Pippo Inzaghi ritrova il sorriso con una vittoria larga e convincente contro il Pescara: un netto 5-0, una goleada che restituisce fiducia all’ambiente e riaccende l’entusiasmo di un Barbera che aveva bisogno di tornare a esultare.

Eppure, come spesso accade nel calcio, la verità sta nel mezzo. Perché se è vero che i rosanero hanno dominato in lungo e in largo, mostrando gioco, intensità e soprattutto una ritrovata solidità, è altrettanto vero che il Pescara non è sembrato un avversario in grado di opporre resistenza reale. Ma ridurre tutto al valore dell’avversario sarebbe ingeneroso nei confronti di un Palermo che, per la prima volta dopo settimane difficili, ha dato la sensazione di essere tornato una squadra nel senso pieno del termine.

È innegabile che il rientro di Bani abbia ridato sicurezza al reparto difensivo. Peda è un ottimo giocatore, ma l’ex Genoa è un vero leader. Detta i tempi e fa ripartire al meglio la squadra da dietro, evitando continui e prevedibili lanci lunghi.

Anche l’impiego di Pierozzi da esterno e non più da braccetto è stata un’idea illuminata. Il giovane difensore ha vissuto la sua serata da protagonista assoluto, firmando due gol e un assist che lo consacrano uomo partita ed esterno destro inamovibile di questo Palermo. Al suo posto il polacco Bereszyński schierato da braccetto non ha demeritato.

Anche Ranocchia ha finalmente ritrovato il passo e la qualità che lo avevano contraddistinto prima dell’infortunio. La sua prestazione, fatta di intelligenza e geometrie, ha dato ordine e ritmo al gioco del Palermo, che dopo un primo quarto d’ora di sofferenza — con un paio di rischi evitati per poco — ha preso in mano la partita e non l’ha più mollata. Adesso Ranocchia deve però dimostrare di essere un giocatore costante, caratteristica che da quando è a Palermo non ha ancora dimostrato.

Le reti di Segre, Diakitè e del capitano Brunori, subentrato nella ripresa per mettere la firma anche lui su un successo che sa di liberazione, raccontano di una squadra che non solo ha vinto con una goleada, ma ha convinto. Il punteggio rotondo non lascia spazio a dubbi: quando il Palermo gioca con questa determinazione e lucidità, è difficile per chiunque reggere il confronto.

Certo, sarebbe un errore farsi trascinare troppo dall’euforia. Il campionato è lungo e le due sconfitte precedenti, in cui proprio grinta e ragionamento sono mancati, hanno insegnato che la solidità si costruisce passo dopo passo. Ci si augura che questa vittoria segni un punto di svolta, psicologico prima ancora che tecnico.

A gennaio serviranno rinforzi per dare profondità e alternative a una rosa che in alcuni ruoli resta corta. Ma per adesso, il Palermo può godersi una serata perfetta, quella del suo 125esimo compleanno, e la sensazione — finalmente — di essere tornato se stesso.

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