Palermo intitola una strada al professore Lamartina, educatore e umanista

A scoprire la targa della via dedicata all'educatore ed umanista Mariano Lamartina sono stati l'assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti, due nipoti ed un pronipote.

339

Cerimonia di intitolazione stamani a Palermo. La via V.f.12 è stata rinominata in via Mariano Lamartina, educatore ed umanista palermitano. L’iniziativa, che si è svolta a partire dalle ore 11, ha visto la partecipazione di tante persone, tra le quali ex alunni del Cannizzaro, anche ultra ottantenni, le classi 3M della Scuola Maredolce e 2C della Scuola Salgari frequentate dalle pronipoti e la classe IV E del Liceo Regina Margherita. Presenti anche l’ex Prefetto Teresa Cucinotta ed il Prof. Toti Amato, Presidente dell’Ordine dei Medici.

A scoprire la targa della via dedicata all’educatore ed umanista Mariano Lamartina sono stati l’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti, due nipoti ed un pronipote. L’intitolazione fa seguito all’approvazione della commissione Toponomastica guidata dall’assessore alle Politiche culturali e vice sindaco Giampiero Cannella su proposta del Prof. Tommaso Romano che ha parlato dell’Umanesimo di Mariano Lamartina.

Una commossa Toniella Lamartina, ex insegnante, figlia di Mariano ha letto una lettera di un ex alunno di 84 anni: “Il rapporto con il Prof. Lamartina ha superato quello tra insegnante ed allievo. In aula non si parlava solo di italiano o latino. Il suo modo di insegnare ci appassionava. Per molti di noi è stato un maestro di vita, oltre che un grande insegnante. Ed il fatto che a tanti anni di distanza ne abbiamo ancora un grande ricordo, dimostra l’affetto e la stima che abbiamo nutrito per lui”.

“Mio nonno non era il nonno tradizionale che ci si aspetta, quello delle coccole, dei giochi e delle favole della buonanotte. Il suo amore si esprimeva attraverso l’intelletto e la passione per la conoscenza dice il nipote Marco Giacalone, imprenditore nel campo dell’informatica e giornalista -. Noi, i nipoti più grandi, siamo stati fortunati a godere di questa forma speciale di affetto. Perché Nonno Mario era un nonno che fioriva nella compagnia di adolescenti e giovani adulti”.