I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di Giovanni Caronna, un noto imprenditore indagato per aver sottoposto propri dipendenti a condizioni di sfruttamento.
Nei suoi confronti è stato anche disposto il sequestro – in via diretta e/o per equivalente – di circa 100mila €, pari al profitto del reato.
All’imprenditore, grazie alle indagini dei finanzieri, sono risultate riconducibili n. 2 società – oltre a quella da lui formalmente amministrata – con 11 punti vendita attivi nel commercio di vari prodotti, dal vestiario ad articoli di elettronica, dislocati tra Carini, Partinico, Alcamo e Castellammare del Golfo.

Le investigazioni, condotte dai militari della Compagnia di Partinico, hanno fatto luce su di un vero e proprio sistema di abusi che sarebbe stato perpetrato nei confronti di decine di dipendenti, consistente in pratiche e prassi aziendali contrarie alle norme di Legge vigenti, ovvero:
– la corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali e comunque sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato, costringendo i lavoratori a espletare attività lavorativa “full time”, sebbene assunti formalmente con contratti “part-time” e retribuiti come tali;
– violazione della normativa in materia di ferie e riposi che spesso non sono stati concessi.
Il quadro complessivo così ottenuto è stato poi suffragato da meticolosi accertamenti patrimoniali che hanno certificato lo stato di bisogno di taluni dei dipendenti, costretti ad accettare tali vessazioni perché impossibilitati a fare altrimenti in quanto privi dei mezzi di sostentamento necessari alla sopravvivenza propria e/o del proprio nucleo familiare.
Le Fiamme Gialle avrebbero inoltre accertato il ricorso a metodi di sorveglianza degradanti messi in atto dal datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti. Infatti, è risultato che questi utilizzasse gli strumenti di video sorveglianza in uso presso i negozi per controllare a distanza l’operato dei lavoratori e quindi redarguirli in caso di cali delle vendite o prolungati momenti di pausa.
Notificato l’avviso di garanzia anche a un secondo imprenditore, formalmente titolare di taluni degli 11 punti vendita, indagato per aver operato in concorso con il primo nelle anzidette condotte delittuose.
Sono state altresì deferite le 3 società per responsabilità amministrativa degli enti.
Per una di queste è scattata anche la misura dell’amministrazione giudiziaria della durata di 1 anno, così da permettere la prosecuzione dell’attività d’impresa sotto il controllo di un Amministratore nominato dal Tribunale di Palermo.
Al fine di meglio delineare le responsabilità dei soggetti colpiti dall’odierno provvedimento e acquisire ulteriori elementi utile alla definizione delle indagini sono state disposte dalla Procura di Palermo perquisizioni nelle province di Palermo e Trapani eseguite, contestualmente all’esecuzione della misura, a cura dei militari del Gruppo di Palermo.
L’attività posta in essere dalla Guardia di Finanza di Palermo, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica, è finalizzata a impedire la proliferazione di fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, garantendo il rispetto della normativa giuslavorista in favore dei lavoratori e condizioni di concorrenza tra gli operatori del mercato, a sostegno delle famiglie e delle imprese.