Il pubblico del Teatro Massimo di Palermo ha accolto con entusiasmo il ritorno di Otello, penultima opera di Giuseppe Verdi, su libretto di Arrigo Boito, a undici anni dall’ultima rappresentazione. Questo dramma eterno d’amore e morte, ispirato all’omonima tragedia di William Shakespeare, è stato presentato in un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro San Carlo di Napoli, firmato dalla regia sui generis ma efficace di Mario Martone.
Una regia contemporanea e densa di significato
La regia di Mario Martone ha portato una lettura fresca e moderna dell’opera, rapportando le scene più vicine ai giorni nostri. Non è mancato, naturalmente, qualche “muso storto” per la regia da parte dei puristi del melodramma e dei libretti. Ma l’esercito veneziano a Cipro, reinterpretato come un contingente occidentale in Medio Oriente, è un’immagine che ha conferito attualità e profondità alla vicenda e l’ha arricchita di significati. La Desdemona di Martone non è più una vittima sacrificale o una donna passiva che attende il suo destino: nei panni di una soldatessa in abiti militari, si oppone con forza alla sua sorte, diventando simbolo di una femminilità resiliente e determinata. Questa scelta registica ha dato nuova luce al personaggio, rendendolo complesso e affascinante.
Le scenografie di Margherita Palli, sobrie ma evocative, hanno ricreato un ambiente militarizzato, sottolineando la tensione costante che permea la trama. I costumi di Ortensia De Francesco, in linea con l’ambientazione contemporanea, hanno rafforzato l’atmosfera del conflitto. Particolarmente efficaci i giochi di luce disegnati da Pasquale Mari, che hanno saputo sottolineare i momenti di maggiore drammaticità, creando un connubio perfetto tra visione registica e impatto scenico.
Tanti applausi per il baritono palermitano Nicola Alaimo
Tra gli interpreti, ha brillato il baritono palermitano Nicola Alaimo, che ha dato vita ad uno Iago viscido e perfido, seducendo il pubblico con la sua interpretazione intensa e magnetica. La sua resa del celebre monologo “Credo in un Dio crudel” è stata accolta con applausi fragorosi, premiando le sue straordinarie capacità di prendersi la scena.
Nel ruolo del tormentato Otello, il tenore Yusif Eyvazov ha offerto una prova intensa e drammatica, convincendo nella discesa del personaggio nella gelosia cieca. Il soprano Barno Ismatullaeva, nei panni della rinnovata Desdemona, ha commosso il pubblico con una performance che ha saputo bilanciare delicatezza e forza, rendendo il personaggio una figura tragica ma combattiva.
Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, il maestro Jader Bignamini ha ben diretto esaltando le sfumature più liriche e drammatiche della partitura verdiana. Il Coro e il Coro di voci bianche, diretti dal maestro Salvatore Punturo, hanno aggiunto ulteriore spessore all’esecuzione, regalando momenti corali di grande pathos.