Con un comunicato dai toni netti, Saverio Romano annuncia l’uscita di Noi Moderati dalla maggioranza che sostiene il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. La rottura politica arriva in un momento cruciale: da un lato il primo cittadino riunisce i suoi alleati e dichiara di voler proseguire compatti, dall’altro uno dei principali artefici della coalizione originaria abbandona la nave, parlando apertamente di fallimento.
“La verità – scrive Romano – è sotto gli occhi di tutti. Altro che riconferma, serve costruire un’alternativa credibile. Palermo non merita l’ultimo posto”. Il riferimento è chiaro: all’ultimo posto occupato dalla città nelle classifiche nazionali sulla qualità della vita e alla crescente sfiducia nei confronti di un’amministrazione che, dopo due anni, non è riuscita a dare risposte concrete.
Romano accoglie con ironia la notizia di una “ritrovata compattezza” della maggioranza, ora diversa da quella che aveva portato Lagalla alla vittoria. Parla di “sollievo”, ma il tono è palesemente sarcastico: il nuovo assetto politico, secondo l’ex ministro, non è altro che il frutto di manovre trasformiste e logiche di potere scollegate dalla volontà popolare.
L’uscita di Noi Moderati dalla maggioranza non è un atto isolato. È il sintomo di un malessere profondo che attraversa l’intera coalizione e mette in discussione l’efficacia dell’attuale modello di governo cittadino. Romano, nel comunicato, sottolinea come la rottura sia irreversibile, accusando il sindaco di essere “dimentico e ingrato”, e di aver tradito il progetto originario.
Nonostante il sindaco parli di unità e continuità, la realtà politica è tutt’altro che rassicurante. La giunta perde una componente centrista che, fin dalla campagna elettorale, aveva contribuito a rafforzare il profilo istituzionale della candidatura Lagalla. Sul piano concreto, inoltre, restano irrisolti problemi strutturali che vanno ben oltre i confini della politica interna: dalle inefficienze nei servizi pubblici alla marginalità dei territori, passando per la mancata attuazione del decentramento amministrativo promesso.
A fronte di tutto ciò, Noi Moderati si propone ora come forza d’opposizione costruttiva, pronta a lavorare dentro e fuori le istituzioni per avviare un percorso di rinnovamento. L’obiettivo dichiarato è costruire un fronte politico e civico capace di offrire un’alternativa solida, coerente e credibile. Resta da capire se Romano riuscirà a trasformare questo strappo in un progetto politico in grado di catalizzare consenso e visione.
Per Lagalla, invece, si apre una fase di maggiore difficoltà. La gestione di una città complessa come Palermo richiede stabilità politica, condivisione strategica e capacità di ascolto. La perdita di una parte significativa della sua base iniziale di sostegno rischia di rendere la navigazione amministrativa ancora più accidentata. La fase del consenso indistinto sembra ormai archiviata. Da oggi, a Palermo, si comincia a delineare una contrapposizione più netta tra chi governa e chi vuole offrire un’alternativa. Una partita tutta politica, ma anche profondamente cittadina.