Palermo – 42 anni fa la mafia uccideva Pio La Torre, politico e sindacalista palermitano che ha portato avanti tante battaglie contro cosa nostra, impegno e sacrificio pagati con la vita.
Insieme a lui, il 30 aprile 1982 a piazza Turba, c’era il compagno di partito Rosario Di Salvo, anche lui trucidato dai proiettili dei killer. Pio La Torre si stava recando nella sede del partito con una Fiat 131 guidata da Di Salvo quando fu affiancato da una moto di grossa cilindrata che gli sbarró la strada. I killer sventagliarono con un mitra decine di proiettili. La Torre morì all’istante, Di Salvo provó a difendersi rispondendo al fuoco, ma morì poco dopo dissanguato.
Il 13 settembre 1982, 5 mesi dopo l’agguato, entrò in vigore la Legge n. 646, nota come “Legge Rognoni-La Torre”, che introdusse per la prima volta nel Codice penale italiano il reato di “associazione a delinquere di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.
Stamani la commemorazione in piazza Turba, luogo dell’agguato in cui è presente una targa che ricorda La Torre e Di Salvo, in presenza del figlio del politico, Franco La Torre. Presente il sindaco e il prefetto di Palermo, e Alessandro Aricó in rappresentanza della Regione Siciliana.
Ieri, in via Duca della Verdura, è stato invece inaugurato un murale in onore e memoria di Pio La Torre. L’artista Igor Scalisi Palminteri ha dipinto il politico e sindacalista palermitano su una facciata dell’istituto Industriale Vittorio Emanuele III, a pochi passi dalla porta dei Giganti, dove ci sono i murales di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.