lunedì, 21 Luglio 2025
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I due politici contestano le concessioni alla Italo Belga: “Una gestione inaccettabile, torneremo finché non ci sarà trasparenza”

Mondello, La Vardera e Hallissey aggrediti verbalmente da operatori ItaloBelga: “Mare libero”

Passaggio dai tornelli senza biglietto e ombrellone piantato sulla battigia come gesto di protesta. È bastato questo a scatenare una violenta reazione verbale da parte degli operatori balneari dell’Italobelga di Mondello nei confronti di Matteo Hallissey, presidente di +Europa e Radicali, e Ismaele La Vardera, deputato regionale e leader del movimento Controcorrente.

Ci hanno insultati, minacciati, hanno tentato di strapparci il telefono e addirittura ci hanno rotto l’ombrellone – denuncia La Vardera – solo perché stavamo esercitando un diritto: quello di protestare pacificamente contro una situazione che grida vendetta da anni”.

Il riferimento è alla concessione della spiaggia di Mondello, gestito da 116 anni dalla società “Italo Belga”, che continua a controllare il litorale nonostante una sentenza della Corte costituzionale del 2023 abbia dichiarato illegittime le proroghe concesse dalla Regione Siciliana, in violazione della direttiva europea Bolkestein. “Le regole sono chiare – ribadisce Hallissey – le concessioni scadute devono essere messe a gara, non prorogate in modo arbitrario a vantaggio dei soliti noti. E invece, qui a Mondello, il mare è diventato un feudo privato”.

Durante il sopralluogo, i due esponenti hanno documentato una situazione paradossale: “Abbiamo trovato stabilimenti praticamente vuoti, mentre i cittadini erano ammassati nei pochi metri di spiaggia libera rimasti fuori dal lido, a causa dei costi troppo alti. Non solo: tornelli, recinzioni e barriere chiudono di fatto l’accesso al mare. È un abuso, e non può più essere tollerato”.

Il contrasto tra l’interesse pubblico e il guadagno privato è evidente. Si stima che la gestione degli stabilimenti frutti alla società circa 4 milioni di euro l’anno, a fronte di un canone irrisorio di poco più di 50.000 euro versato allo Stato.

“Questa non è solo un’ingiustizia, è un vero e proprio scandalo economico e istituzionale – aggiunge La Vardera – e non ci fermeremo finché non verranno avviate gare pubbliche, con criteri trasparenti, come previsto dalle norme europee e italiane”. I due politici hanno annunciato che depositeranno un’interrogazione parlamentare e una richiesta di audizione urgente all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana).

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