venerdì, 24 Maggio 2024

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Micciché: «Ma quale gatto e arancine… Posso aver accompagnato qualche volta mia moglie»

CronacaMicciché: «Ma quale gatto e arancine… Posso aver accompagnato qualche volta mia moglie»

All'ex presidente dell'Ars contestati 33 episodi. Il suo autista a volte era conducente, ma anche corriere, portaordini e trasportatore

Nei confronti del deputato di Forza Italia ed ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché il Gip ha formulato accuse pesanti: truffa, peculato e false attestazioni. Questo perché avrebbe avuto «una gestione arbitraria e del tutto personalistica dell’’autoblu che aveva in dotazione». Secondo l’accusa il deputato avrebbe fatto svolgere al suo autista, dipendente dell’Ars, diverse mansioni. A volte conducente, in altre occasioni corriere, ma anche portaordini e trasportatore. Sono almeno 33 gli episodi documentati in cui tutto ciò che poteva servire nella vita quotidiana veniva fatto con l’auto di rappresentanza dell’Ars.

Dal gatto da portare in clinica, all’acquisto di cialde, arancine, gateaux di patate, e le trenta piante acquistate dal vivaio nel Catanese. E ci sono anche le altre 76 occasioni che la Procura ha contestato all’autista dell’onorevole, Maurizio Messina, palermitano di 60 anni, altro indagato di questa inchiesta. Sono rimborsi per missioni che si faceva firmare da Micciché, quando in realtà si trovava giocare alla sala Bingo o era in casa di amiche.

La reazione di Micciché

Gianfranco Miccichè, come scrive il Giornale di Sicilia, rispondendo ad una telefonata ha detto: «In un Paese in cui accade di tutto, che adesso il problema sia la mia auto blu mi amareggia». Ed a proposito dell’inchiesta ha affermato: «È evidente che c’è una aggressione nei miei confronti. Non voglio fare polemiche con i magistrati, non voglio problemi. Anzi, vorrei che mi ascoltassero subito per risolvere questa questione». Ed all’Ansa ha tenuto a precisare: «Mai portato il gatto dal veterinario con l’auto blu, questo è certo. Gli altri episodi contestati saranno chiariti. Ho la sensazione che questa vicenda sia la prosecuzione del massacro mediatico che ho subito qualche mese fa».

L’ex presidente dell’Ars ha assicurato «di aver usato l’auto blu in modo rigoroso. Lo dicevo di continuo ai miei collaboratori che non potevamo sbagliare. Posso aver accompagnato mia moglie qualche volta… E se questi sono reati, se qualche errore c’è stato, è successo solo fino a quando ho frequentato Di Ferro. Questo non è più successo da un anno, e da allora non ci sono stati più problemi. E comunque, perché le contestazioni non sono state fatte allora?».

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