L’omicidio di Capaci resta un giallo: assolto l’unico imputato, il titolare di un bar

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L’omicidio di Santo Alario, scomparso da Capaci il 7 febbraio 2018, resta senza colpevole. I giudici della Corte d’Appello, presieduti da Mario Fontana, hanno assolto l’unico imputato, Giovanni Guzzardo difeso degli avvocati Vincenzo Lo Re, Nino e Marco Zanghì. Guzzardo, originario di Caccamo ma titolare di un bar a Capaci, tre mesi dopo il giorno in cui di Alario si erano perse le tracce era stato trovato in un casolare armato di fucile. Guzzardo all’inizio era rimasto in silenzio, non giustificando il perché del suo allontanamento. Infine aveva spegato di avere tenuto di essersi nascosto e di avere tenuto la bocca chiusa soltanto perché in preda al panico.
Guzzardo, rimasto in carcere per un anno, confermò di aver accompagnato Alario con la sua Panda lungo il tragitto che doveva condurli a Ventimiglia di Sicilia.

L’esame del Dna eseguito dai carabinieri del Ris sui resti trovati a giugno del 2019 nelle campagne di Caccamo, avevano consentito di identificare Alario. L’indiziato ha raccontato che Alario aveva un appuntamento con alcune persone. Che lui scappò via e del suo compagno di viaggio non seppe più nulla. Un racconto confermato dalle celle telefoniche che segnalavano i due nel territorio di Caccamo ma distanti l’uno dall’altro. Una vicenda che resta insoluta con tanti misteri a cui le indagini non hanno dato risposte. E l’autore del delitto è ancora libero, in circolazione