L’Amap si proietta nel futuro e lo fa stringendo un patto di ferro con i Comuni – in testa quello di Palermo, socio di maggioranza- che parte dall’approvazione dei criteri gestionali dell’azienda, passa per gli aspetti legati alla riorganizzazione della stessa e termina con la politica di investimenti sul medio e lungo termine nell’ottica dello sviluppo dei servizi del Servizio Idrico Integrato.
L’Assemblea dei soci nella sede di via Volturno, ha assunto un significato particolare perché al fianco dell’Amministratore Unico, Alessandro Di Martino, c’era il vice sindaco di Palermo, Carolina Varchi che già dal suo insediamento, ha sempre curato i rapporti con le aziende partecipate.
“Il lavoro compiuto – afferma il vice sindaco Carolina Varchi – rappresenta un fondamentale momento di sintesi che consente di guardare con fiducia e ottimismo agli impegni che Amap dovrà assumersi nel prossimo futuro. L’Amministrazione Comunale di Palermo ha voluto ancora una volta sottolineare il proprio sostegno ad Amap e ai suoi lavoratori che con professionalità e dedizione stanno consentendo di affrontare un momento di grande trasformazione dell’azienda senza che ci sia alcun decremento della qualità del servizio”.
Una presenza, quindi, per nulla formale e che fa comprendere l’unità d’intenti tra il Comune di Palermo e l’Amap in un momento fondamentale della vita dell’azienda. L’assemblea ha, infatti, messo a punto il quadro dei documenti finanziari ancora pendenti, primo fra tutto il bilancio d’esercizio 2022 e il gestionale 2023, le cui approvazioni passate precedentemente al vaglio degli organi di controllo competenti – dal Comitato di Indirizzo Strategico al Collegio Sindacale e al Revisore Legale – certificano la corretta gestione dell’azienda. Un dato che merita una sottolineatura: il consuntivo 2022 si è chiuso con un utile di poco superiore ai 5,2 milioni di euro che, detratta la quota destinata alla riserva legale (circa 260mila euro), sarà destinato agli investimenti sulle infrastrutture.
Ma di importanza ancora più rilevante è l’approvazione del Piano Industriale Pluriennale 2023 – 2045, la base su cui pianificare il futuro. “Un documento approfondito – sottolinea l’Amministratore Unico di Amap, Alessandro di Martino – che è stato elaborato in coerenza con gli impegni previsti nel Piano D’Ambito dell’Ato Palermo che sta alla base dell’affidamento trentennale del Servizio Idrico Integrato. Peraltro, si tratta dello strumento per ottenere dal mercato bancario, attraverso una imminente gara a evidenza pubblica, i finanziamenti indispensabili per sostenere proprio gli impegni di investimento e gestionali derivanti dall’affidamento ad Amap quale gestore unico del Servizio Idrico Integrato”.
In sostanza si tratta di una sorta di decalogo degli investimenti necessari per mantenere quel livello di efficienza e qualità del servizio per il quale si rende indispensabile un approfondito intervento strutturale. Alcuni numeri utili a comprendere la portata del Piano: nel periodo che termina nel 2026 si parla di un investimento pari a 287 milioni; dal 2027 al 2041 l’investimento sale a 663 milioni; nel triennio 2042-2045 prevista una spesa di 302 milioni. Un investimento totale di 1,25 miliardi di euro, con una previsione di contributi pubblici di quasi 420 milioni di euro.
“L’obiettivo è offrire qualità – continua Di Martino – ma avendo la consapevolezza che sia la rete di Palermo che quella di molti Comuni della sua Provincia pagano lo scotto della vetustà che pesa anche in relazione al costo delle manutenzioni. L’obiettivo a cui puntiamo è utilizzare la capacità di progetto dell’azienda e le risorse pubbliche che afferiscono da vari canali e anche mediante il Pnrr. Quindi, interventi strutturali senza fare eccessivo ricorso agli aspetti legati alle tariffe”.
È stato affrontato anche il tema legato alla ristrutturazione interna che passa anche dal piano assunzioni ormai indispensabile per aumentare la capacità propulsiva di un motore costretto a trainare non solo, come all’origine, la città di Palermo ma anche due terzi dei Comuni della provincia. Nuove assunzioni che andranno a integrare una pianta organica da puntellare, in vista anche della riorganizzazione aziendale, tema non più differibile. E, fattore non secondario, è pronto anche un piano di riqualificazione del personale per consentire una omogeneità di rendimento dei vari livelli operativi.