È ancora presto per stabilire quale possa essere la dinamica che ha portato alla morte di Simona Cinà, 20 anni, annegata nella piscina di una villa in via Sant’Isidoro, a Bagheria, dove si stava celebrando una festa di laurea. Simona era una giovane studentessa di Scienze Motorie, giocatrice di beach volley, residente a Capaci.
Quando gli altri invitati si sono accorti della sua assenza e hanno dato l’allarme, era già troppo tardi. Il corpo giaceva sul fondo della piscina, che — da quanto si apprende — non risulterebbe particolarmente profonda. Ad insospettire gli inquirenti, alcune piccole lesioni, simili a graffi, trovate sul petto della ragazza. Ma saranno le indagini e l’autopsia a dare maggiori dettagli sulla fine della 20enne. La salma è stata portata al Policlinico di Palermo.
I carabinieri della compagnia di Bagheria, arrivati sul posto all’alba, stanno cercando di ricostruire l’intera vicenda. Dalle sei del mattino sono in corso gli interrogatori dei partecipanti alla festa, circa una cinquantina di persone. L’intera villa è stata posta sotto sequestro.
Originaria di Capaci, Simona Cinà era molto conosciuta nel mondo della pallavolo da spiaggia in Sicilia. Aveva iniziato a giocare nella Capacense per poi entrare a far parte della Acg Beach, dove era anche allenatrice. Occupava il 257º posto nel ranking mondiale del beach volley. A settembre avrebbe dovuto partire per la Spagna, selezionata per un programma Erasmus.