Un nuovo consiglio di amministrazione per la Foss, che metta fine a due anni di commissariamento. A chiederlo sono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal, che in una nota denunciano il perdurare di una situazione di “gravi criticità strutturali” che paralizzano la Fondazione. L’appello che i sindacati rivolgono alla Regione siciliana è un invito a operare “responsabilmente” e individuare al più presto un nuovo cda “caratterizzato da figure capaci ed esperte del settore”.
Nel preannunciare iniziative in vista del concerto dell’ultimo dell’anno, le sigle sindacali dello spettacolo spiegano i limiti della gestione attuale e illustrano le loro rivendicazioni per far sì che la “Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, patrimonio della regione, venga messa nelle condizioni di operare al meglio per restituire e distribuire al territorio arte, bellezza, cultura”.
“I rapporti tra governance e sindacati sono diventati da sporadici a inesistenti e tutte le attività artistiche e gestionali sono delegate sostanzialmente a una figura, che opera senza confronto in totale autonomia decisionale – denunciano Fabio Maggio e Ino Di Franco per l’Slc Cgil Palermo, Gianluca Gagliardi e Giuseppe D’Amico per Fistel Cisl Palermo Trapani, Giuseppe Tumminia e Davide Alfano per Uilcom Uil e Antonio Barbagallo e Debora Rosti per Fials Cisal – Questo ha reso inevitabile la convocazione di una nuova assemblea dei lavoratori, che ha confermato il mantenimento dello stato di agitazione e ha deliberato l’attivazione di iniziative di protesta in concomitanza con il Concerto di Capodanno”.
Per i sindacati, il tempo del commissariamento, che ha avuto il merito dell’espletamento di molti concorsi, sembra pertanto volge al termine.
A pesare sull’impasse della Fondazione anche quanto accaduto il 17 ottobre scorso, in occasione della chiusura della Settimana di Musica Sacra a Monreale, emblematico di un’organizzazione “casuale e improvvisata”. I sindacati avevano proclamato lo sciopero e, in quella sede, i responsabili della Foss, e il direttore d’Orchestra ospite, con una gestione “creativa e inammissibile”, hanno eseguito il concerto ugualmente, operando sostituzioni arbitrarie di strumentisti su parti reali e spostamenti di professori di fila su prime parti.
“Questo atto di alchimia manageriale ha umiliato la professionalità dei musicisti, trattando l’Orchestra come un contenitore anonimo e intercambiabile, negando decenni di competenze maturate”, sostengono le sigle sindacali.
“Per tali ragioni abbiamo denunciato la Foss e il Tribunale del Lavoro ha accolto il ricorso, dichiarando formalmente antisindacale la condotta della Foss. Tale sentenza è costata alle casse della Fondazione, e quindi alla collettività e ai lavoratori, oltre 17mila euro tra spese legali e obblighi di pubblicazione”, puntano il dito Slc Cgil, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Filas Cisal.
Le altre criticità i sindacati le ascrivono alla gestione della formazione di commissioni delle audizioni e dei loro compensi, alla mancanza di trasparenza e confronto a riguardo, al coordinamento quotidiano dell’attività artistica (“dalle prove orchestrali all’accoglienza dei direttori ospiti, tutto è lasciato alla buona volontà dei singoli e i lavoratori vivono costantemente una sensazione di abbandono e disuguaglianza di trattamenti”).
Infine, la questione dell’integrativo aziendale, ancora assente. “A fronte di un contratto nazionale che ha avuto solo flebili adeguamenti alla crescente inflazione negli ultimi venti anni, risulta ancora più grave la totale assenza di confronto sul rinnovo dell’integrativo aziendale, più volte formalmente richiesto ma mai posto all’attenzione da parte della governance. Tale inerzia ha contribuito ad aggravare il clima di sfiducia e frustrazione tra i lavoratori, privati di uno strumento fondamentale di tutela salariale, organizzativa e di welfare, mentre continuano a registrarsi scelte discrezionali e interventi straordinari privi di criteri condivisi e trasparenti”.



