In Sicilia è caos nel mondo della formazione professionale. Il presidente della Regione Renato Schifani ha bloccato due bandi pubblici per un totale di 130 milioni di euro, suscitando forti tensioni tra assessorato, enti di formazione e sindacati.
Ufficialmente, il ritiro dell’avviso da 60 milioni (Avviso 7) e la sospensione di quello da 70 milioni (Avviso 6) sono stati giustificati da alcuni “refusi” nei testi. Ma il motivo sarebbe in realtà il controverso sistema del click day, che avrebbe dovuto regolare l’assegnazione delle risorse.
Schifani, contrariato dall’idea di assegnare fondi così rilevanti attraverso un meccanismo che premia la velocità di connessione anziché la qualità dei progetti, avrebbe intanto bloccato tutto. Una procedura, tra l’altro, già bocciata in passato da Palazzo d’Orléans.
Il fronte spaccato degli enti
La decisione ha aperto una vera e propria guerra interna tra gli attori del settore. Alcuni enti di formazione, rappresentati da Assofor e Iform, hanno chiesto di ripartire da zero, denunciando che il click day precedente aveva esaurito quasi tutte le risorse in meno di otto secondi, lasciando fuori anche progetti validi e ben strutturati.
Altri, come Cenfop, Forma Re, Anfop e Forma Sicilia, chiedono invece di ripartire subito, magari con dei correttivi al sistema esistente. La loro proposta è quella di mantenere il click day ma integrarlo con parametri oggettivi, come la capacità organizzativa degli enti, i dati sugli alunni e le ore di formazione previste. L’obiettivo è quello di non rallentare ulteriormente l’erogazione dei fondi, vitali per i lavoratori e per i giovani in cerca di un mestiere.
La posizione della Regione Siciliana
L’assessore alla Formazione Mimmo Turano sta lavorando alla riscrittura dei bandi, cercando un equilibrio che soddisfi sia il presidente che i diversi attori del settore. Tra le modifiche proposte ci sarebbero nuovi criteri di valutazione, limiti ai finanziamenti (250 mila euro per i piccoli enti e 5 milioni per i grandi) e clausole che premiano l’efficienza gestionale.
Ma da Palazzo d’Orléans non è ancora arrivato il via libera. Schifani ha chiesto ulteriori garanzie e un confronto preventivo con sindacati e associazioni prima di dare l’ok definitivo.
Scontro anche sui contratti
A peggiorare il clima, si aggiunge la protesta dei sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil), che denunciano il tentativo di alcuni enti di applicare contratti collettivi meno vantaggiosi rispetto a quello firmato con le sigle più rappresentative. Secondo i sindacati, c’è chi vorrebbe usare contratti alternativi per abbassare il costo del lavoro, trasformando il sistema della formazione in un “pascolo senza regole”.
Nota congiunta di Assofor e IForm
Le organizzazioni datoriali ASSOFOR e iFORM Confimpresaitalia, ampiamente rappresentative di tutte le istituzioni formative interessate, esprimono soddisfazione, ma anche preoccupazione, circa la decisione dell’Assessorato regionale alla Formazione di ritirare la seconda finestra dell’Avviso 7/2023.
Una decisione che – stando alla motivazione ufficiale dell’Assessorato – sarebbe dovuta a semplici refusi presenti nel testo. Ricordiamo che la procedura in questione mette in campo oltre 61 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) per il reskilling degli adulti disoccupati siciliani.
Quell’avviso, com’è noto, si era trasformato in una corsa contro il tempo: il famigerato “click day” aveva assegnato la quasi totalità delle risorse in meno di otto secondi, premiando la velocità di collegamento più che la qualità dei progetti, con il risultato che oltre il settanta per cento delle proposte – molte delle quali di elevato valore formativo – erano rimaste escluse.
Il ritiro del bando è dunque un primo passo, ma non basta
Occorre ora pubblicare un nuovo avviso, capace di rispettare i principi fondanti del FSE+: meritocrazia, pari opportunità, efficacia della spesa e trasparenza amministrativa. Parliamo di un’occasione decisiva per la Sicilia: con quei fondi potremmo accompagnare oltre quindicimila persone verso le nuove competenze richieste dal mercato del lavoro, replicando e superando i risultati già ottenuti con altri avvisi.
Il problema del “click day” non è soltanto tecnico. È anzitutto un fatto culturale. Trasforma l’accesso a un diritto – quello alla formazione e alla riqualificazione – in una lotteria digitale. In questi contesti, la rapidità di un click non ha nulla a che vedere con la capacità di progettare percorsi didattici efficaci o di coinvolgere le categorie più fragili della popolazione. Ciò contrasta con lo spirito stesso dei programmi europei, che chiedono alle autorità di selezionare gli interventi in base ai risultati attesi, non all’ordine di arrivo delle domande.
Anche sul fronte giuridico, il meccanismo rischia di aprire crepe pericolose. La Corte dei conti, in una recente delibera (Sezione controllo enti, Delibera n. 16/2023/G del 30 aprile 2023, paragrafo dedicato alle criticità delle procedure a sportello «tempo zero»), ha richiamato le pubbliche amministrazioni a un uso più prudente degli sportelli a “tempo zero”, proprio perché facilitano il contenzioso e, in caso di errori, bloccano l’avvio delle attività per mesi.
Già dopo la prima finestra dell’Avviso 7 erano state annunciate diverse impugnative; il loro esito incerto avrebbe potuto paralizzare l’intero catalogo formativo. Non si tratta però solo di evidenziare cosa non funziona. Le associazioni firmatarie avanzano proposte concrete, già sperimentate con successo in Sicilia e in altre regioni.
Una valutazione pubblica, basata su una griglia di criteri oggettivi – impatto occupazionale, inclusione sociale, coerenza con i fabbisogni settoriali e territoriali – garantirebbe che le risorse vadano davvero ai progetti più meritevoli. Una programmazione pluriennale, con finestre semestrali e graduatorie chiare, assicurerebbe tempi certi agli enti e alle persone che attendono di essere formate.
Una commissione tecnica con presenza paritetica di parti sociali e Regione, affiancata da una piattaforma informatica più robusta, sul modello di quella adottata in Sardegna, ridurrebbe gli errori di caricamento e renderebbe trasparente in tempo reale lo stato delle pratiche.
Serve poi chiarezza sul tema dei contratti collettivi: il semplice richiamo all’articolo 51 del decreto legislativo 81/2015 è sufficiente a individuare i CCNL maggiormente rappresentativi, senza imporre d’imperio un unico contratto e senza violare il principio di libertà sindacale. Forzare la mano su questo o altri aspetti, inserendo norme controverse in dottrina, in giurisprudenza o tra le parti sociali interessate, oltre a essere giuridicamente discutibile, esporrebbe l’Amministrazione a nuove diffide e a inutili contenziosi.
Replicare i modelli virtuosi adottati da questa o altre regioni significherebbe, nella stesura di un nuovo avviso, ridurre drasticamente i tempi di avvio dei corsi – oggi rallentati da sospensive e polemiche – e indirizzare le risorse verso chi ne ha davvero bisogno, a cominciare dai soggetti con minori chance occupazionali.
Non si perderebbe neppure in velocità: un flusso continuo, con scadenze e graduatorie già calendarizzate, eviterebbe i picchi di traffico che hanno mandato in tilt la piattaforma e permetterebbe alla Regione di monitorare in tempo reale l’avanzamento degli obiettivi.
Per queste ragioni, ASSOFOR e iFORM Confimpresaitalia chiedono la pubblicazione di un nuovo avviso che abbandoni definitivamente il “click day” e adotti un’impostazione fondata sul merito, sulla trasparenza e sull’equilibrio territoriale (graduatoria di merito o procedura valutativa a sportello); che permetta a un numero non limitato di soggetti delegati il caricamento e la trasmissione della progettazione esecutiva, nell’ambito di un unico arco temporale (finestra), senza fasi né interruzioni; che tenga conto dei fabbisogni territoriali, con una dotazione finanziaria per singola scadenza almeno pari o superiore a quella della prima finestra del precedente Avviso 7 (ad esempio: con cadenze semestrali, entro la chiusura del programma, si potrebbero svolgere fino a quattro finestre); che aggiunga, a una dotazione per provincia, anche una dotazione regionale per aree professionali, che consenta di redistribuire le risorse non utilizzate a livello locale; che fissi il valore massimo complessivamente concedibile per ciascun soggetto partecipante, pari a una volta e mezza il valore massimo dei contributi pubblici già ricevuti per attività di orientamento e formazione professionale nel miglior anno del periodo 2020-2024.
Previa la rigorosa osservanza degli obblighi di monitoraggio, non vincoli gli enti alla rendicontazione della precedente scadenza per poter partecipare alla successiva, al solo fine di non bloccare la procedura per mere – sia pur comprensibili – difficoltà dell’Amministrazione regionale procedente, che purtroppo rappresentano un tema ricorrente in quasi tutti i precedenti avvisi.
Nel rispetto delle azioni messe in campo dal Governo regionale, dall’Autorità di Gestione e da tutti gli uffici impegnati sul FSE+, le scriventi organizzazioni datoriali si dichiarano pronte a sedersi a un tavolo tecnico, portando dati, benchmark europei e proposte operative: dall’elaborazione di una griglia di valutazione condivisa, alla messa a disposizione di competenze informatiche per potenziare le procedure e la piattaforma regionale, fino alla creazione di un sistema di monitoraggio degli esiti occupazionali.
La formazione deve creare opportunità reali, non sottostare alla logica della connessione più veloce.
Eliminare il “click day” e sostituirlo con una selezione di merito significa onorare il mandato del FSE+, massimizzare l’impatto sociale delle risorse e restituire dignità ai disoccupati, nonché ai lavoratori e alle lavoratrici che cercano una seconda chance professionale.
La nota stampa di Cenfop, FormaRe, Anfop e Forma Sicilia
In merito alla nota congiunta diffusa da ASSOFOR e iFORM Confimpresaitalia sull’Avviso 7/2023, le scriventi Associazioni Datoriali – CENFOP Sicilia, ANFOP Sicilia, FORMA Sicilia, FORMA.RE e ASEF – ritengono necessario fornire alcune precisazioni e chiarire il proprio posizionamento.
È doveroso evidenziare che le nostre organizzazioni rappresentano circa l’80% degli enti operanti nel settore della formazione professionale in Sicilia. Tale dato conferma la nostra maggiore rappresentatività rispetto a sigle che, sebbene molto attive mediaticamente, fanno capo a un numero estremamente limitato di enti di grandi dimensioni. Abbiamo appreso a mezzo stampa della soddisfazione espressa da ASSOFOR e iFORM per il ritiro dell’Avviso 7/2023. Una posizione che riteniamo grave e irresponsabile, dal momento che tale avviso avrebbe consentito a migliaia di cittadini siciliani non solo di accedere a percorsi formativi, ma anche – in molti casi – di beneficiare del sostegno al reddito erogato dall’INPS. La prima finestra dell’avviso ha già garantito il finanziamento di circa 750 corsi assegnati a oltre 200 enti, rappresentando un importante strumento di attivazione delle politiche attive.
Pur contestando la procedura del cosiddetto “click day”, gli Enti aderenti alle due sigle in questione hanno partecipato regolarmente alla prima finestra, ottenendo peraltro finanziamenti. Ci chiediamo, quindi, perché le stesse obiezioni non siano state sollevate nel 2024.
Probabilmente la differenza risiede nel fatto che l’Avviso 7, al contrario dell’Avviso 8 – basato su valutazioni discrezionali – ha garantito una distribuzione equa delle risorse su base provinciale e per area professionale, scongiurando concentrazioni in capo a pochi soggetti.
Va inoltre sottolineato che gli Avvisi a sportello più recenti (Avviso 2, Avviso 3 e Avviso 7 – prima finestra) non hanno generato alcun contenzioso in sede amministrativa o giudiziaria, a differenza di precedenti avvisi con procedura valutativa, spesso ostacolati da ricorsi che ne hanno compromesso l’efficacia e la tempestività attuativa.
L’Avviso 7 è già coerente con i principi del FSE+, avendo ottenuto il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza. La procedura a sportello, adottata da tutte le Regioni italiane – soprattutto nell’ambito del PNRR – risulta efficace per rispondere rapidamente ai fabbisogni emergenti e garantire continuità agli interventi formativi, in linea con gli obiettivi della programmazione FSE+ 2021-2027 e dei programmi GOL.
La formazione in Sicilia non può e non deve tornare indietro. Occorre respingere ogni tentativo di ritorno a logiche oligopolistiche, discrezionali e verticistiche. È tempo di difendere un modello di sistema formativo aperto, meritocratico e inclusivo.
Le scriventi associazioni ribadiscono con senso di responsabilità la piena disponibilità a un confronto costruttivo e trasparente, ma respingono ogni tentativo di bloccare o rallentare un settore strategico per lo sviluppo della nostra regione. Esprimiamo piena fiducia nell’operato dell’Assessorato regionale, del Dipartimento della Formazione e del Governo siciliano, e chiediamo il ripristino immediato della seconda finestra dell’Avviso 7, nonché
la pubblicazione urgente dell’Avviso 6,
al fine di evitare che le politiche attive del lavoro e della formazione continuino a subire ritardi causati da interessi particolari, in contrasto con i principi di equità, trasparenza ed efficacia che devono guidare l’azione pubblica.