“Forse non c’è una spiegazione, quantomeno razionale. Quel giorno ero fuori di testa”. Con queste parole, Stefano Argentino, oggi in carcere con l’accusa di aver ucciso Sara Campanella, tenta di mettere ordine tra i pensieri che lo tormentano da settimane. Il femminicidio avvenuto a Messina che ha sconvolto l’Italia intera continua a far discutere l’opinione pubblica, e ora a far parlare sono proprio le parole del giovane che ha tolto la vita alla studentessa di Misilmeri, “colpevole” di averlo rifiutato.
Le dichiarazioni arrivano tramite il suo legale, l’avvocato Giuseppe Cultrera, che ha riferito a Tgcom24 il contenuto di uno sfogo raccolto in carcere. “Non ho uno straccio di carta, né una penna – avrebbe detto Argentino – devo tenere tutto a mente e riferire al mio avvocato.” A giorni di distanza dall’omicidio, l’uomo riflette sul dolore inflitto alla famiglia di Sara: “Vorrei chiedere loro scusa per ciò che ho fatto, ma so che sono l’ultima persona al mondo che vorrebbero sentire parlare. Un uomo razionale non può spingersi a tanto. Ho sempre sognato di costruire qualcosa con Sara, e invece ho compiuto il gesto peggiore che si possa rivolgere a una persona, a una donna”.
Il legale sottolinea anche lo stato di profondo disorientamento mentale del suo assistito: “Non riesce a pensare con lucidità agli ultimi atti, qualcosa dentro di lui – dice – non ha funzionato”. In quelle celle, Argentino si confronta con un’immagine di sé che sa essere irrimediabilmente compromessa. “So che i miei pensieri non interessano a nessuno – avrebbe detto – perché fuori da queste mura sono e sarò sempre il male, l’omicida”.