Nel calcio non vince chi fa un bel gioco ma chi fa più gol degli avversari. Se la stessa circostanza, ovvero quella di non riuscire a fare gol nonostante il volume di gioco espresso, si ripete così tanto spesso, forse Mister Dionisi e il City Group dovrebbero farsi alcune domande. E invece l’allenatore del Palermo, intervenuto in conferenza stampa dopo il pareggio in casa contro la Sampdoria, continua a dire che è soddisfatto delle prestazioni, che quella di oggi è stata una prestazione maiuscola, e che prima o poi giocando così vincerà le partite. Sì, ma quando?
La società – ha raccontato mister Dionisi – a fine gara ha fatto i complimenti ai giocatori per l’incontro disputato, il migliore di questo campionato. Basta questa soddisfazione per fare sonni tranquilli? Il Palermo ha 18 punti ed in classifica ha 13 punti di distanza dal Sassuolo primo e 12 da Pisa e Spezia secondi. Una sperequazione enorme, anche in termini di gol. Il Sassuolo ha subito le stesse reti del Palermo ma segna a raffica. 29 gol contro i 12 dei rosa. Lo Spezia ha la miglior difesa del campionato e ha segnato 22 volte. Il Pisa ha il secondo attacco della serie cadetta.
Il Palermo, invece, ha segnato 14 gol in 14 gare disputate, ma nonostante la stitichezza degli attaccanti che vengono via via schierati, si permette di tenere in panchina un giocatore che in due stagioni di B ha segnato con la maglia rosanero 34 gol. Qualcosa non quadra. Anche gli 8 minuti di partita concessi a Brunori, 3 regolamentari e 5 di recupero, sono un’offesa all’intelligenza dei tifosi ma anche nei confronti del giocatore.
Tenere in panchina l’italo-brasiliano, ex capocannoniere ed ex capitano di questo Palermo, è un peccato mortale. Dionisi dovrebbe spiegare il perché, invece di arrabbiarsi a fine partita per i fischi che con molta probabilità non erano indirizzati alla squadra ma a lui. La frase che ha rivolto ad un tifoso, registrata dai microfoni di Dazn, non gli fa certo onore. Il pubblico gli è stato vicino dal primo minuto fino al 95esimo. Molti di quei tifosi seguono lui e la squadra in giro per l’Italia. “Hai rotto il cazzo” – ha ripetuto più volte Dionisi, rivolgendosi alla Tribuna, mentre veniva sommerso dai fischi. Una caduta di stile molto grave che un professionista non può e non deve concedersi, e che non può essere giustificata dalla rabbia per un risultato negativo e da quattro fischi. Un episodio triste, che aumenta il dubbio che in tanti si pongono da diverse settimane, ovvero se questo allenatore è il mister giusto per questa piazza. Fino a ieri si pensava avesse solo dei limiti tecnici, adesso purtroppo in ballo c’è anche altro e non solo l’aspetto tecnico.