mercoledì, 10 Settembre 2025
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Demolizione a Carini, accolto il ricorso di un privato contro il Comune

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha accolto un ricorso promosso da un privato e patrocinato dall’avvocato Nadia Spallitta contro il Comune di Carini, che aveva respinto la richiesta di sanatoria ai sensi della legge 724/1994 e ordinato la demolizione di un immobile, ritenendo mancante la prova sulla data di ultimazione dei lavori.

Al centro della vicenda c’è la questione della prova relativa alla data di completamento delle opere. La normativa sul condono edilizio stabilisce infatti come termine ultimo il 31 dicembre 1993. Secondo il CGA, quando il privato produce elementi concreti e plausibili che dimostrino il rispetto di tale scadenza, spetta all’Amministrazione confutare tali prove con riscontri di segno opposto.

Nel caso esaminato, l’appellante aveva depositato numerosi documenti: rilievi aerofotogrammetrici del 1992 e del 1994, fotografie del 1993, autocertificazioni coeve di tecnico e proprietario, oltre a dichiarazioni che confermavano l’avvenuto sconfinamento già in fase di costruzione entro dicembre 1993. Elementi che, pur non fornendo la certezza assoluta, sono stati giudicati dal Consiglio dotati di “alto grado di plausibilità”.

Il Comune di Carini, invece, aveva fondato il diniego di sanatoria e l’ordine di demolizione soltanto sulla data di un atto di acquisto del terreno confinante (maggio 1994), senza presentare prove contrarie specifiche.

Nella sentenza il CGA sottolinea che, in simili casi, l’Amministrazione non può limitarsi a ipotizzare l’abusività di un’opera, ma ha l’obbligo di dimostrare con adeguati elementi la fondatezza delle proprie decisioni. Inoltre, richiama la necessità di rispettare pienamente le regole del procedimento amministrativo, a tutela del contraddittorio e della partecipazione del cittadino. Alla luce di queste valutazioni, il Consiglio ha accolto il ricorso, sospendendo i provvedimenti impugnati.

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