Cercasi gioco del Palermo: ma Dionisi è ancora lì

Con il Mantova, al Renzo Barbera, i rosa non vanno oltre il pareggio e finiscono la gara in dieci uomini

180

Vi risparmiamo il racconto della partita di oggi, anche perché molti di voi l’avranno vista e come noi, già al 60esimo avranno avuto voglia di andare a casa (per chi era allo stadio) o di spegnere la tv. Questo Palermo fa arrabbiare, fa venire la gastrite.

Una squadra incapace di imbastire un’azione da gol, di fare tre passaggi di fila. Anche oggi, contro il Mantova in casa, siamo stati testimoni del “non gioco” di Dionisi e dei suoi cambi sbagliati. Mai una verticalizzazione, mai una giocata degna di nota sulla fascia, mai un passaggio pericoloso in area. Solo confusione. Con palloni buttati lì, nella speranza di trovare qualcuno.

Pohjanpalo, per gran parte del primo tempo, non ha toccato un pallone. Ma non per demeriti suoi: la palla dalle sue parti non arriva proprio. Nonostante tutto, ancora con una prodezza dal limite, stavolta di Verre, il Palermo il gol lo aveva fatto. Ma è bastata una piccola disattenzione, il solito errore in fase difensiva che non manca mai, per rovinare tutto. Un uno-due micidiale all’inizio del secondo tempo che ha ritrasmesso un film già visto. Fortunatamente sono arrivati il rigore e il 2 a 2 di Pohjanpalo.

Ma Ceccaroni, in giornata no, dopo aver concesso il gol dell’1 a 1 a causa di una disattenzione, ha pensato bene di spingere a due mani un avversario, lasciando la squadra in 10. Un altro segnale di nervosismo, di frustrazione, che fa capire quanto sia labile, non solo mentalmente, questo gruppo.

E quando, nonostante l’inferiorità numerica, la squadra lotta e illude il pubblico che magari stavolta possa regalare una sorpresa, ci pensa Dionisi a rovinare tutto, sostituendo il terminale offensivo, ovvero Pohjanpalo. Il Palermo preferisce difendersi piuttosto che attaccare. Grazie di cuore al Mantova che non ci ha creduto e ha regalato il punticino, perché l’uscita di Pohjanpalo è stato un cambio “assassino”, l’ennesimo di Dionisi, che ha portato il baricentro del Palermo 30 metri indietro. L’ennesima baggianata di un allenatore che ha perso probabilmente la bussola o che non l’ha mai avuta.

Il Palermo rimedia un punto e tanti fischi. E adesso di tempo non ce n’è quasi più. Più che guardare avanti ora è necessario guardarsi alle spalle. Resta il rammarico per una stagione buttata alle ortiche e per una società cieca o sorda, che si ostina a non prendere provvedimenti con chi è probabilmente il maggiore indiziato di questo fallimento sportivo. Perché è vero, come ha detto anche lui oggi, che i gol non li fa e non li subisce Dionisi, ma è allo stesso modo sotto gli occhi di tutti che il Palermo non ha un gioco. E quello non lo inventano i singoli.