La nomina di Annalisa Tardino a commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale ha acceso un acceso dibattito politico.
Renato Schifani: ricorso e profili di illegittimità
Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha annunciato che la Regione impugnerà la nomina davanti al TAR, chiedendone anche la sospensione cautelare. Secondo Schifani, la decisione è illegittima perché non c’è stata la prevista concertazione con la Regione Siciliana e perché la nominata non possiede tutti i requisiti richiesti dalla legge per ricoprire un incarico di tale responsabilità. Schifani ha sottolineato come sia fondamentale garantire competenza e continuità amministrativa, soprattutto in un settore strategico come quello portuale.
L’opposizione reagisce
La nomina ha suscitato reazioni anche da parte dell’opposizione regionale. Anthony Barbagallo, esponente del PD siciliano, ha definito la scelta “un poltronificio”, accusando il governo nazionale di piegare le istituzioni a logiche di partito e di trasformare la Sicilia in «terra di conquista e mercanzie elettorali».
Giovanna Iacono, sempre del PD, ha parlato di una nomina “opaca e dannosa”, frutto di scelte politiche che rischiano di mettere da parte il merito e le competenze necessarie a gestire un sistema portuale complesso. Ha sottolineato la necessità di rispettare le procedure istituzionali e di garantire trasparenza, evitando decisioni “calate dall’alto” che generano conflitti e rallentano lo sviluppo del territorio.
Anche Antonio De Luca del Movimento 5 Stelle ha criticato la scelta, definendola un’imposizione politica priva di dialogo interno e di criteri meritocratici. Secondo De Luca, la nomina rischia di danneggiare la gestione dei porti siciliani, privilegiando equilibri di partito rispetto agli interessi reali della Regione.
La gestione dei porti regionali — Palermo, Termini Imerese, Trapani, Sciacca, Porto Empedocle, Licata e Gela — resta al centro del dibattito politico. Da una parte, la Regione invoca trasparenza, competenza e rispetto dei ruoli istituzionali; dall’altra, il governo nazionale avanza una nomina strategica, giudicata divisiva e contestata dall’opposizione.