La bufera giudiziaria che ha travolto l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e il deputato nazionale di Noi Moderati Saverio Romano scuote profondamente la politica siciliana. Dopo l’annuncio dell’inchiesta e la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura di Palermo, le opposizioni all’Assemblea Regionale Siciliana si muovono chiedendo la fine del governo guidato da Renato Schifani e un ritorno immediato alle urne.
Durissimo il comunicato del Movimento 5 Stelle, che accusa frontalmente l’esecutivo regionale: “Basta! Non possiamo più sopportare di vedere la Sicilia sprofondare negli scandali e nell’inefficienza di un governo che non esitiamo a definire il peggiore di sempre. Schifani verrà ricordato non per ciò che ha fatto per la Sicilia — perché non ha fatto nulla — ma per gli scandali che, ormai quasi quotidianamente, travolgono il suo Governo. Il caso Cuffaro è solo l’ultimo di una lunga serie di guai giudiziari che lo circondano”.
I pentastellati attaccano anche la condotta del presidente della Regione, accusato di nascondersi davanti alla crisi: “Schifani continua a far finta di nulla, non si presenta in Aula e aspetta che la tempesta passi. Ma basta, non si può più andare oltre.” Il Movimento annuncia quindi un’iniziativa clamorosa: “Abbiamo deciso di attuare una norma del regolamento che prevede lo scioglimento del Governo regionale qualora si dimettano la metà più uno dei deputati dell’Assemblea. Servono 36 dimissioni. Le nostre sono già pronte. Dimettiamo subito Schifani!”
A questa presa di posizione si aggiunge quella del deputato regionale Ismaele La Vardera, leader del movimento Controcorrente, che già ieri aveva lanciato un appello a tutte le forze di opposizione per presentare una mozione di sfiducia al presidente della Regione. “Già sei mesi fa, quando scoppiò il caso Galvagno e Amata, avevo proposto di sfiduciare il Governatore, ma si preferì attendere — ha ricordato La Vardera —. Oggi però non possiamo più aspettare: si è toccato uno dei punti più bassi di questa Legislatura”.
La Vardera ha ribadito la sua disponibilità a sostenere anche l’iniziativa delle dimissioni di massa promossa dal Movimento 5 Stelle: “Io ci sto: sono pronto a firmare anche domani se questo dovesse servire a salvare la Sicilia. Tutto è utile se serve a restituire dignità a una Regione che sta cadendo a pezzi e che da due anni è oggetto di indagini, inchieste e di zero riforme.”
Il parlamentare di Controcorrente si dice convinto che “Pd e M5S firmeranno la mozione”, chiedendo un fronte comune per mettere fine all’esperienza del governo Schifani.
Le prossime ore si preannunciano decisive per capire se la spinta dell’opposizione si tradurrà in un’iniziativa concreta e se riuscirà a ottenere l’adesione di almeno 36 deputati, il numero necessario per provocare lo scioglimento anticipato dell’Assemblea Regionale Siciliana. In un clima politico già segnato da tensioni e inchieste, la crisi di governo sembra ormai alle porte.




