venerdì, 27 Giugno 2025
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L’ultima richiesta di archiviazione è stata presentata a marzo 2025

Anniversario Strage di Ustica, 45 anni senza giustizia: il muro di gomma continua

Era il 27 giugno 1980 quando il volo IH870 Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo scomparve dai radar nel cielo di Ustica. Sono passati quarantacinque anni da quella terribile sera d’estate in cui il cielo sopra il Tirreno divenne teatro di una delle pagine più oscure della storia repubblicana italiana.

A bordo c’erano 81 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio: nessuno si salvò. I rottami dell’aereo vennero ritrovati in fondo al mare, nei pressi dell’isola palermitana. Da allora, quella tragedia è passata alla storia come la “strage di Ustica”, ma quel che ancora manca, a distanza di quasi mezzo secolo, è una verità giudiziaria definitiva, una giustizia degna di questo nome con colpevoli e condanne.

In questi decenni si sono succedute commissioni parlamentari, inchieste giornalistiche, procedimenti penali e civili, ma ogni tentativo di fare piena luce su quanto accadde quella notte si è infranto contro un muro di omertà (il cosiddetto muro di gomma), segreti militari, depistaggi sistematici e silenzi internazionali. La versione più accreditata, sostenuta da numerose sentenze civili e da analisi tecniche indipendenti, è che il Dc-9 venne abbattuto nel mezzo di uno scenario di guerra nei cieli.

Un missile, probabilmente sparato durante un’operazione militare con la presenza di caccia francesi, statunitensi e libici, colpì l’aereo civile per errore o scambiandolo per un altro obiettivo. La Corte di Cassazione nel 2013 parlò chiaramente di “un missile” e condannò lo Stato italiano a risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito la sicurezza dello spazio aereo e per aver contribuito attivamente ai depistaggi successivi.

Eppure, sul piano penale nessun responsabile è stato condannato. I vertici militari dell’epoca furono tutti assolti o prosciolti. Le inchieste si sono concluse nel nulla, o con la prescrizione dei reati. Le recenti indagini riaperte dalla procura di Roma, a partire dal 2008, si sono arenate nuovamente. Anche i tentativi di coinvolgere paesi alleati come Francia e Stati Uniti si sono scontrati con l’opacità delle risposte diplomatiche e il rifiuto a fornire documenti cruciali. L’ultima richiesta di archiviazione è stata presentata a marzo 2025: si afferma che non sia stato possibile accertare con certezza la nazionalità dei caccia presenti quella notte nei cieli italiani. Una conclusione che lascia sconcertati e che ha provocato indignazione tra i familiari delle vittime e nell’opinione pubblica.

Ustica non è solo una tragedia. È il simbolo di una lunga battaglia civile per la verità, troppo spesso ostacolata da interessi geopolitici e logiche militari. Ogni 27 giugno è un richiamo a non dimenticare, a non arrendersi, e a continuare a chiedere ciò che dovrebbe essere naturale in uno Stato democratico: sapere cosa è successo davvero e perché.

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