venerdì, 12 Settembre 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Nel testo della missiva interna, Spera richiamava i dipendenti a un “abbigliamento consono al contesto istituzionale”

“Abiti succinti e scollature” al Civico di Palermo: nota di un capo dipartimento sconfessata dai vertici

Un richiamo formale al decoro nell’abbigliamento, inviato al personale amministrativo dell’Arnas Civico-Benfratelli dal capo dipartimento amministrativo Vincenzo Spera, ha scatenato polemiche e portato a un immediato intervento dei vertici aziendali che, poche ore dopo, hanno annullato il provvedimento definendolo “sessista” e non autorizzato.

La vicenda si consuma in poche ore, l’11 settembre. Intorno alle 9 del mattino Spera diffonde una nota interna indirizzata a tutto il personale amministrativo. Nel testo, il dirigente richiama i dipendenti a un “abbigliamento consono al contesto istituzionale”, specificando che non sarebbero tollerati “abiti succinti o eccessivamente informali, scollature marcate, spalle scoperte, abiti trasparenti o abbigliamento che possa risultare inadeguato al decoro dell’ufficio”.

Un elenco che non lascia spazio a interpretazioni e che, nelle intenzioni di Spera, avrebbe dovuto fissare regole precise di comportamento sul luogo di lavoro. Il direttore conclude la sua comunicazione con un invito al rispetto delle “regole di correttezza e immagine dell’Amministrazione anche attraverso la scelta di un abbigliamento sobrio e adeguato”.

Ma poche ore dopo arriva la sconfessione da parte dei vertici strategici dell’azienda. Il direttore generale Walter Messina, il direttore sanitario Domenico Cipolla e il direttore amministrativo Vincenzo Barone firmano una nota con cui annullano immediatamente il provvedimento. Il documento chiarisce che l’atto di Spera “non ha alcun valore perché non condiviso nei suoi contenuti, non autorizzato dal rappresentante legale, non soggetto a parere della direzione amministrativa, né previamente sottoposto alla nostra visione”.

Una bocciatura che non riguarda soltanto la forma, ma soprattutto la sostanza. I tre direttori prendono posizione netta, dichiarando “l’adesiva condivisione di questa direzione strategica alle politiche europee volte a garantire la parità di genere, sfatare stigmi, pregiudizi, stereotipi di genere, nonché colmare il divario anche nel mercato del lavoro”.

La conclusione è affidata a un messaggio di scuse al personale amministrativo per il “disguido”. Nella stessa nota Messina, Cipolla e Barone ribadiscono che l’amministrazione “garantisce pari opportunità, non tollera discriminazioni di alcun tipo e sostiene il rispetto della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali previsti nel nostro ordinamento democratico”. E aggiungono una condanna esplicita a “qualunque forma di violenza o pregiudizio sessista”, richiamando il difficile clima nazionale segnato da scandali e inchieste sulla condizione delle donne lavoratrici.

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