Palermo, ricreazione “blindata” al liceo Damiani-Almeyda: la protesta degli studenti

Gli alunni dell'Artistico hanno scelto di non entrare a scuola e di restare davanti agli ingressi

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Mattinata di protesta per gli studenti del liceo artistico Damiani-Almeyda. Nella sede centrale, di fronte piazza Campolo, i ragazzi hanno scelto di non entrare a scuola e di restare davanti agli ingressi, per chiedere al dirigente scolastico di ripristinare la possibilità di svolgere la ricreazione fuori dalle classi. Da diversi giorni, infatti, agli studenti non è consentito di uscire né durante la ricreazione delle 11.30, né durante la pausa pranzo. L’unica possibilità per mangiare è quella di portarsi il cibo da casa.

«Uscire dalle classi durante le pause è un nostro diritto – afferma Luna Gambino, studentessa del liceo -. Siamo costretti a stare dentro le aule per 7 ore di seguito, non possiamo neppure andare in cortile. All’interno dell’edificio, tra l’altro, non ci sono distributori di cibo e acqua. Non tutti possono permettersi di preparare il cibo la sera prima. La preside ha deciso senza confrontarsi con noi».

Il dirigente scolastico ha incontrato una delegazione degli studenti, ma non sembra intenzionata a cambiare idea. Il divieto sarebbe legato alle necessità degli studenti disabili, che non potrebbero uscire dalla scuola e, di conseguenza, resterebbero in classe da soli, senza alcuna supervisione.

Proteste anche nella succursale di via Vivaldi, dove gli studenti hanno esposto uno striscione con scritto «Aviemu pitittu. Ricreazione fuori subito» e spiegato al megafono le loro richieste.

«Stare chiusi in classe dalle 8 alle 15 è disumano – spiega Alessandro Bianchi, studente dell’Almeyda -. Bisogna organizzare bene gli spazi e fare i turni, trovando una soluzione che garantisca sia i ragazzi disabili che quelli normodotati. In altre scuole, ad esempio, gli studenti con disabilità restano nelle classi insieme ai professori che si alternano. Le soluzioni ci sono, ma la dirigente scolastica ha scelto la strada più semplice e più ingiusta. Continueremo a protestare».